PROLOGO
Non possiamo certamente dimenticare l'anno in corso come il periodo più travagliato vissuto a livello mondiale per causa della pandemia che ha influito negativamente sulla vita sociale delle persone. La pandemia ci ha costretti, purtroppo, a vivere rinchiusi nelle nostre case e quindi lontani dalle nostre abitudini quotidiane. Ci ha obbligati a rinunciare a qualsiasi attività (lavoro, svago, sport e quant'altro) che ha sempre arricchito le nostre vite di esperienze vissute con gli altri. Sembrava che questo tipo di esperienza potesse cambiarci in positivo in quanto l'isolamento aveva aumentato la nostra ricerca di creare legami forti con chi non potevamo più fisicamente vedere da vicino ma solo attraverso i "video". E' stata un'illusione in quanto ci siamo poi resi conto, a conclusione della pandemia, che questa ricerca dell'altro rimaneva fortemente isolata a questo periodo e che il nostro "ego" riemergeva i tutte le situazioni. Inoltre la conclusione della pandemia a avviato una fase di "rincorsa" a vivere qualsiasi esperienza con maggior velocità, come se l'esperienza vissuta dell'isolamento si fosse talmente metabolizzata in noi da creare in noi un desiderio forte di evadere il più possibile verso luoghi che non abbiamo mai visto. Ancora oggi notiamo come alcune aree, come mare montagna e non solo, vengono presi d'assalto da una massa enorme di persone, cosa che prima della pandemia non ne eravamo a conoscenza.
Il periodo marzo/maggio del 2020 rimane quindi impresso in noi per questo rinchiudersi in casa. Poi da giugno ci si apre la possibilità di uscire per vivere le esperienze di vita sociale e svago. Risulterà una breve pausa ( probabilmente dovuta al periodo estivo le cui temperature hanno influito sulla mancato contagio del virus) in quanto ad ottobre il meccanismo del contagio si riaccende.
In questa pausa, probabilmente anche noi presi dalla voglia di vivere certe esperienze a noi care, progettiamo l'idea di riprendere il cammino della Via Francigena da dove l'avevamo interrotta un anno fa a Radicofani. Il periodo ideale risulta essere quello di metà ottobre. L'avvicinamento lo facciamo sempre utilizzando i mezzi pubblici. Quindi con il treno da Verona il 15 del mese verso Chiusi, quindi pernottamento serale in quanto l'arrivo è stato verso le 22.00. Il mattino seguente con bus delle 06.25 siamo partiti da Chiusi arrivando a Radicofani. Dopo un giro nel centro storico del paese cercando di ricordare i vari momenti vissuti precedentemente, facciamo colazione e siamo pronti a partire per questa nostra avventura.
Tappa 1 (Radicofani– Acquapendente)
Da Radicofani, che si trova ad un'altitudine di 814 mt slm, la tappa inizia con una lunghissima discesa verso Ponte rigo che si trova sulla direttiva della via Cassia tra Toscana e Lazio. Il paesaggio è molto bello e aperto con una vista che si estende a tutta la Val d'Orcia. Scendiamo tra colline e campi coltivati in parte a grano ed olivo. In circa un paio di ore arriviamo in fondo al bivio di Ponte Rigo. In questo punto il percorso volge a destra rimanendo sulla Via Cassia. Sapendo che questo tratto non è particolarmente bello per il transito sostenuto di auto e camion decidiamo fin dalla nostra partenza da Verona di procedere sulla variante che certamente allungherà il nostro percorso ma ci eviterà un cammino noioso e meno sicuro. Quindi svoltiamo a destra.
Il primo tratto lo facciamo lungo la Via Cassia ma dopo qualche centinaio di metri svoltiamo a sinistra risalendo in direzione di Castell'Azzara e poi, dopo il podere Siele, ancora a sinistra attraverso una strada sterrata. Rientriamo in un paesaggio molto più rurale tra dolci colline e boschi di querce. Passiamo vicino a qualche isolata corte agricola ma sono rarissimi gli incontri con le persone.
Dietro di noi l'inconfondibile sagoma del Monte Amiata che rimane un punto di riferimento ormai fisso in questo tratto di Via Francigena già a partire da Siena nello scorso anno. Sulla destra altro nostro riferimento dei nostri prossimi 3 giorni e cioè Radicofani che si trova sulla cima di un ex vulcano.
Arriviamo nel primo pomeriggio a Proceno e qui decidiamo di sostare mangiando qualcosa. Il centro storico è molto carino, non grandissimo ma ci dà l'idea di un passato medioevale molto vivo. Ci rechiamo in un piccolo locale dove riusciamo a trovare qualcosa nonostante l'orario. Ma è sufficiente per ricaricarci e ripartire.
Al momento di ripartire riceviamo una telefonata dalla proprietaria dell'appartamento che avevamo contattato per la sera, che ci diceva che purtroppo non aveva più disponibilità ad ospitarci ma ci dava indicazione per un'alternativa presso la S'Osteria di Acquapendente. C'è sembrata la cosa poca simpatica in quanto sappiamo che a fine cammino la voglia di trovare l'alloggio e il riposo rappresenta un'esigenza essenziale. Ma siamo contenti perché, nonostante la disdetta dell'ultima ora, ci ha fornito gentilmente un'alternativa.
Arriviamo stanchi al centro di Acquapendente. Cerchiamo subito l'alloggio che fortunatamente si trova all'inizio del paese e ci facciamo dare la nostra camera e le indicazioni per la cena e quant'altro.
Sbrigate ie attività preserali (doccia, sistemazione e breve riposo) ci rechiamo a fare un giro nel centro della cittadine situata a confine tra Toscana e Lazio. Poi cena presso un ristorantino dove abbiamo mangiato molto bene. Ulteriori quattro passi nel centro e ci avviamo verso la struttura per recarci a letto. Alle 22 siamo già nella nostra camera, rivediamo il programma del giorno seguente quindi ci addormentiamo.
Totale : 31,7 km
Dislivello + 600 mt - 780 mt
Pernottamento : S'Osteria di Acquapendente
Tappa 2 (Acquapendente – Bolsena)
Come sempre ci svegliamo presto al mattino per aver il tempo di prepararci con calma. Nella struttura ci sembra di essere soli per il silenzio che invade tutti gli spazi e quindi usciamo senza dover disturbare nessuno.
Appena usciti ci rechiamo alla prima pasticceria che troviamo vicino per fare colazione (la struttura in cui abbiamo alloggiato la notte non disponeva di questo servizio). Degustiamo delle ottime brioches alla crema e un buon Cappuccio che in poco tempo ci rimette in forza.
Riattraversiamo il centro storico che pian piano si sta risvegliando attraverso le consuete attività mattiniere, come il passaggio della nettezza urbana e le varie persone che si apprestano all'apertura delle attività. Raggiungiamo la parte più a sud della cittadina e ci fermiamo a fare una visita alla cattedrale del Santo Sepolcro, antica costruzione del X secolo. Al suo interno troviamo una bellissima cripta con 24 colonne. Appena fuori dal centro storico di Acquapendente ci troviamo immersi nella nebbia fitta. Una sorpresa che ci lascia qualche dubbio nel proseguire lungo il cammino. Ci accorgiamo ben presto che si tratta di una situazione che dura ben poco e appena ci inoltriamo nella campagna, ormai lasciato la zona abitativa, il sole ci avvolge con il suo tiepido calore mattutino e davanti a noi si apre un paesaggio completamente agricolo. Ben presto risaliamo il pianoro verso le dolci colline coltivate ad olivo. Ci stiamo dirigendo verso San Lorenzo Nuovo che si trova appena più in alto rispetto al lago di Bolsena. Ci arriviamo in circa un paio d'ore e ci immergiamo nel centro abitativo ormai nel pieno delle attività con un mercato aperto che offre molto. Ci vien voglia di fare una sosta per mangiare qualcosa e presso un piccolo super market acquistiamo qualcosa. Appena fuori il centro troviamo una terrazza con la vista sul lago di Bolsena. Ne approfittiamo per sederci sulla panchina, gustarci uno spuntino e ammirare il panorama.
Riprendiamo il cammino e appena fuori dal centro abitato ci immergiamo in un bosco con il fondo ricoperto, in alcune zone, da una miriade di ciclamini colorati e profumati. In lontananza dietro di noi notiamo che rimane ancora ben visibile la punta di Radicofani che rappresenta ancora un valido punto di riferimento.
Il cammino rimane sempre inserito in un paesaggio misto tra colture di olivi e freschi boschi. Comincia ad apparire davanti a noi Bolsena con il suo castello. Lungo il percorso non mancano coltivazioni a vigneto e ricche piante di fichi d'india, segno che ci stiamo abbassando di latitudine con un clima decisamente più caldo.
Verso il tardo pomeriggio raggiungiamo Bolsena arrivando dalla parte alta dove si trova il castello. Scendiamo lungo i viottoli lastricati verso il centro storico fino ad arrivare alla porta dell'Ostello di Bolsena. Proviamo a suonare al campanello della struttura ma nessuno risponde e nemmeno al numero del cellulare che abbiamo trovato sulla guida. Ci accoglie un momento di disperazione, frutto probabilmente della stanchezza di fine giornata.
Non trovando soluzioni a breve, per l'ostello, proviamo a valutare la possibilità di chiedere ospitalità in un'altra struttura!!. Ma proprio in quel momento, dalla parte opposta dell'ostello, da un balcone si affaccia una signora anziana che ci chiede se siamo pellegrini e se saremo ospiti della ostello. Alla nostra conferma ci chiede di attenderla che verrà ad aprirci. In breve ci apre la porta dell'ostello e saliamo con lei.
La struttura ci appare non molto curata con i pavimenti lavati male e molto "unti". Ma ormai siamo lì e non desideriamo altro che una doccia, un letto e un posto per cenare alla sera. Sbrigate le operazione di registrazione ci sistemiamo.
Dopo circa un'ora arriva anche un gruppetto di 3 ragazze che hanno deciso di intraprendere un pezzo di cammino da Acquapendente fino a Montefiascone (due tappe).
Verso sera usciamo per visitare il centro di Bolsena. La chiesa di Santa Cristina è aperta per un matrimonio e la parte vecchia è chiusa, pertanto non è possibile fare una visita. Riprendiamo la visita del centro storico per non disturbare la cerimonia. Ritorniamo verso sera e partecipiamo alla messa nella stessa chiesa. La chiesa è intitolata a Santa Cristina una delle primissime martire cristiane. Inoltre la chiesa è ricordata per il miracolo eucaristico del 1263: durante la celebrazione nel momento della consacrazione da parte del sacerdote l'ostia cominciò a sanguinare. Questo miracolo fu molto sentito e molte fedeli iniziarono a fare pellegrinaggi da molti paesi situati vicino a Bolsena. L'istituzione della Festa del Corpus Domini è legata soprattutto al miracolo di Bolsena.
La sera ci rechiamo presso una piccola pizzeria al taglio per degustare un pezzo di pizza. Altri due passi per la digestione serale e poi ci rechiamo a dormire per trovare un meritato riposo.
Totale : 23 km
Dislivello + 220 mt - 290 mt
Pernottamento : Ostello Bolsena
Al mattino riprendiamo il cammino dopo aver sistemato la nostra camera e fatto colazione.
Lasciamo il centro storico dalla cattedrale di Santa Cristina e risaliamo ben presto verso le dolci colline sul lago di Bolsena. Ci addentriamo dapprima lungo viottoli di accesso a piccole case e a qualche bella villa con vista sul lago. Ricchissime le piantagioni di olivo e vigneto e non mancano le piante rigogliose di fichi d'india. Ci addentriamo in circa un paio d'ore nel parco di Turona, un bosco rigoglio e pieno di risorgive. Qui la ricca vegetazione ci regala un clima fresco e l'ambiente riflette la pace in un ambiente lontano dal frastuono dei centri abitati.
Usciamo dal bosco e il paesaggio ritorna a regalarci scorci sui campi di olivi e il panorama si apre su tutto il lago di Bolsena e all'isola Bisentina.
Ci avviciniamo a Montefiascone ma qualche chilometro prima troviamo una piccola radura sotto gli olivi e, vista l'ora, ci fermiamo per una bella sosta e per mangiare. Troviamo anche qualche pianta di mele che ci regala qualche frutto che raccogliamo e degustiamo volentieri.
Dopo un bel riposo riprendiamo il cammino risalendo verso Montefiascone e, nei pressi della chiesa del Corpus Domini, alcuni cartelli ci indicano che mancano 100 km esatti all'arrivo a ROMA.
Arriviamo in circa un'ora a Montefiascone. Anche oggi la stanchezza si fa sentire e in più comincio a risentire piccoli dolori alle caviglie....chissà ma ci penseremo domani. Ora non ci resta che trovare l'alloggio per questa sera. Arrivati nei pressi della chiesa di San Flaviano telefoniamo al proprietario della struttura che ci comunica che dobbiamo ritornare un po' indietro per trovare l'indirizzo esatto.
Arrivati sbrighiamo la procedura di registrazione e ci viene consegnata la camera. Anche questa struttura non ci fornisce servizio di cena e colazione ma ci troviamo nel centro di Montefiascone e le possibilità sono numerose.
Verso sera consueto giro per visitare il centro storico con le varie chiese. Come tutti i centri che stiamo attraversando anche Montefiascone ha una storia millenaria di passaggio di pellegrini. E' anche famoso per il vino bianco Est Est Est. Sembra che tale denominazione sia nata da un'affermazione di un servitore del vescovo Johannes Defuk che con il temine EST voleva indicare la presenza del buon vino (abbreviazione di est bonum ossia c'è vino buon). Tale indicazione veniva scritta sulla porta della locanda per avvertire il vescovo di tale presenza.
Sulla terrazza con vista sul lago di Bolsena cogliamo l'occasione per qualche foto del bellissimo tramonto. La vista arriva fino alla lontana costa del mar Tirreno.
Poi trovata una piccola trattoria ci gustiamo la cena non prima di aver apprezzato delle bruschette con olio nuovo appena prodotto dal gestore. Ormai si è fatta sera inoltrta e ci rechiamo alla nostra camera per ritrovare il sonno e il riposo.
Totale : 18,3 km
Dislivello + 580 mt - 290 mt
Pernottamento : Camere San Flaviano
Tapp 4 (Montefiascone – Viterbo)
Anche questa mattina la nostra prima necessità, dopo la preparazione degli zaini e la sistemazione della camera, e la ricerca di un bar per poter far colazione. Questo è molto importante per riuscire a ripartire con un buona carica di energia. La troviamo molto vicina alla struttura in cui abbiamo dormito; una buona brioches e un cappuccio era proprio quello che ci serviva.
Il percorso della Via Francigena corrisponde alla via dove è situato il B&B quindi ci incamminiamo senza perder tempo, ponendo attenzioni alle ulteriori indicazioni del cammino.
Il percorso di oggi non è particolarmente impegnativo; una leggera discesa verso la pianura viterbese passando su un tratto tra i più belli del cammino. Percorreremo infatti un tratto dell'antica Via Cassia ancora lastricata come i romani l'avevano costruita.
Già dopo qualche chilometro però avverto che qualcosa non funzione. Ho qualche dolore alle caviglie ma preferisco, al momento sopportare e verificare strada facendo. Il paesaggio è spesso formato da dolci colline di olivi e all'orrizzonte tutta la pianura della TUSCIA viterbese. Alle nostre spalle ancora in vista Montefiascone con la cupola della cattedrale di Santa Maria che predomina sulle altre strutture cittadine. Spesso, e soprattutto nei lungo il tracciato della via Cassia, notiamo la presenza di molti pini marittimi simbolo e presenza costante su questa antica via romana.
Ad un certo punto, nei pressi d una fontana incontriamo una coppia di pellegrini, rari in questo periodo. Facciamo una chiaccherata e ci spiegano che stanno facendo un tratto della Via Francigena fino a Sutri. E' l'occasione per scambiarci qualche pensiero sull'esperienza che stiamo facendo. Lui è della provincia di Verona, lei vive vicino a Torino. Ci spiegano che, questa sera, saranno ospiti al convento dei Cappuccini di Viterbo noi invece abbiamo optato per il B&B Casa da Ale, già contattata prima della nostra partenza da casa.
Lasciamo in nostri compagni, in sosta per un spuntino, e riprendiamo il cammino. Il nostro desiderio è fermarci alle terme del Bagnaccio. Sono terme molto antiche, acqua calda fino a 63 C°. Ne abbiamo sentito già parlare perchè molto famose in questa zona. Ricordiamo anche l'esperienza di due nostri compaesani che si erano fermati in queste terme e uno di loro aveva trovato beneficio dell'uso dell'acqua calda per guarire da una tendinite dolorosa. Forse anch'io potro giovare di queste capacità lenitive? Infatti il dolore che mi sto portando avanti da qualche chilometro non sembra abbandonarmi. Arrivati ci fermiamo ma alla biglietteria ci spiegano che non possiamo immergerci nelle varie vasche termali in quanto non possediamo il costume con noi. Peccato......ma capiremo ben presto (con il passare dei giorni) che la mancanza del costume è stata una grande fortuna e non aver potuto fare il bagno ci ha evitato contatti non troppo salutari. Infatti all'interno (siamo comunque riusciti ad entrare per una sosta, per un caffè e per vedere di cosa si tratta) abbiamo contato 4 vasche termali con acqua a differente temperatura. Nelle vasche più calde presenti molti residenti dediti a divertirsi ridendo e chiacchierando con grande allegria occupando gran parte dello spazio disponibile. Anche loro come molti ignari di quanto sta iniziando tutto intorno. Da questo momento entreremo in un nuovo periodo ma, forse, non nè siamo maii usciti totalmente. Infatti nel giro di qualche giorno il contagio riprenderà con vigore e probabilmente anche questi bagnanti non ne sono a conoscenza e tranquillamente si godono il momento di convivialità e spensieratezza. Saranno anche questi piccoli assembramenti tra i tanti modi che, inevitabilmente, daranno una certa accelerazione alla circolazione del virus. Ma, come già anticipato, sia noi che gli altri non ne siamo coscienti.
Lasciamo le terme con il dispiacere di non aver potuto approfittare di questa possibilità...pazienza.
Appena trascorsi qualche centinaio di metri ci arriva una telefonata che ci "spiazza" un po'. Si tratta della proprietaria del B&B di Viterbo che ci spiega che non sarà di ritorno prima delle 18. Ma sono solo le 12.00 e noi arriveremo a Viterbo alle 13.30 circa...Cosa faremo nel mentre? Ci spiega che potremmo lasciare gli zaini da qualche parte e potremmo utilizzare il tempo per la visita della città. Lasciare gli zaini? Visitare Viterbo dopo aver percorso circa una ventina di chilometri, sudati, stanchi e affamati? Chiudiamo la chiamata lasciando in sospeso una nostra eventuale decisione in merito. Cerchiamo di trovare un'ulteriore soluzione in quanto non ci sembra che questo comportamento sia in linea con le nostre aspettative all'arrivo a Viterbo.
Ma sì !!!! Perché non proviamo a chiedere al convento dei Cappuccini se hanno un paio di posti per questa sera? Apriamo la nostra guida e telefoniamo. Ci chiedono di poter fare un controllo. Poi li richiamo e ci viene confermata la camera. A questo punto telefoniamo al B&B e comunichiamo la nostra scelta causando una certa irritazione da parte della proprietaria !!! ma non dovrebbe essere il contrario? Mi sembra che sia stato il suo atteggiamento a creare questa situazione.
Dimentichiamo in fretta tutto anche perché per questa sera l'alloggio è assicurato e saremo in compagnia della coppia che abbiamo trovato lungo il percorso dopo Montefiascone. Nel frattempo siamo arrivati a Viterbo. Non ci resta che attraversare il centro storico e raggiungere il convento. Arriviamo verso le 15 e notiamo che la chiesa, esterna alla struttura, è chiusa con un cartello che dice "Causa pandemia la chiesa rimane chiusa ai fedeli"!! Pandemia? Ma non era già conclusa da qualche mese?
Cancelliamo subito questi interrogativi e, forse per la stanchezza e il dolore alle caviglie, ci dirigiamo velocemente alla portineria dove ci vengono consegnate le chiavi della camera. Saliamo al piano superiore e ci sistemiamo nella cameretta che risulta completa anche di un piccolo cucinino sistemato all'interno di un armadio. Doccia e, visto l'orario, abbiamo anche il tempo per lavare qualcosa indumento. Dalla finestra osserviamo anche l'arrivo dell'altra coppia. Durante la sera ci spiegheranno che hanno ricevuto una camera con due letti a castello mentre noi abbiamo una camera con letto matrimoniale. Forse in portineria hanno scambiato le disposizioni e forse a loro doveva essere consegnata la camera nostra come prima scelta? Non né parliamo abbiamo avuto fortuna senza dover noi scegliere il tipo di alloggio.
Ci troviamo insieme nel cortile e decidiamo di cenare insieme al ristorantino "Perché No" convenzionato con il convento per i pellegrini. Ci rechiamo, quindi, a mangiare e direi che nonostante il luogo non fosse tra i migliori siamo riusciti a mangiare bene. Forse la fatidica fame del pellegrino?
A cena conclusa un giro nel centro storico di Viterbo e poi rientro alle nostre camere. Ma di tutta la situazione della pandemia che si sta riaccendendo nessuna notizia...forse perchè non ascoltiamo o leggiamo le notizie? Con i due compagni ci diamo appuntamento a domani ma, sempre nello spirito del cammino, senza un'orario e luogo prefissato. Sarà un incontro casuale che avverrà prima o poi. Così ci addormentiamo in attesa dell'indomani.
Totale : 18 km
Dislivello + 150 mt - 460 mt
Pernottamento : Convento Cappuccini
Tappa 5 (Viterbo – Vetralla)
Dopo un buon riposo ci risvegliamo di buon mattino. L'aria è fresca e la giornata si presenta ancora con un clima decisamente mite e ci invita a rimetterci in cammino. Queste bellissime giornate confermano che il mese di ottobre si presta sempre molto bene per queste esperienze di trekking regalandoci temperature miti e sufficienti ore di luce, necessarie a svolgere tutte le nostre attività.
Dopo una colazione presso il bar vicino ci apprestiamo a riattraversare il centro storico per "riagganciare" l'inizio della Via Francigena. A casa ci era venuta l'idea di percorrere una variante attraversando i Monti Cimini e passando dal lago di Vico, ma alcune informazioni davano questo percorso problematico, poco utilizzato e con una buona presenza di cinghiali. Pertanto tale idea era già stata scartata fin dall'inizio della nostra pianificazione.
Il centro storico di Viterbo appare molto vivo a quest'ora: parecchie persone e studenti che si affrettano ad iniziare le attività mattutine. Bene presto usciamo dal centro e iniziamo il cammino inoltrandoci in uno dei tratti più belli di questo tratto della Via Francigena. Si tratta della via cava etrusca di Sant'Antonio o "strada Signorino"; un percorso storico realizzato in epoca etrusca e scavato interamente nel tufo. Camminiamo così per circa 2 km immersi nel fresco bosco lungo una stradina non trafficata e rinchiusa tra pareti alte di tufo. Una volta usciti il percorso si svolge in un paesaggio agricolo, da prima costeggiando la superstrada poi svoltando ci immergiamo su dolci colline coltivati ad olivo e ci dirigiamo in direzione Sud-Ovest.
Sentiamo che i contadini sono in attività nei campi per la raccolta delle olive. Intorno a mezzogiorno in una piccola radura sotto gli ulivi decidiamo di fare una sosta per un spuntino. Dei nostri compagni nessuna notizia. La temperatura è perfetta e prolunghiamo il nostro riposo in un ambiente molto tranquillo. Appena ci rimettiamo in cammino e dopo una curva che troviamo oltre il luogo della nostra sosta, incontriamo a sorpresa i nostri compagni. Probabilmente sono arrivati poco prima di noi e camminando qualche metro in più hanno trovato un punto sosta con tavolo e panchina...Ma tutto sommato a noi è sembrato molto meglio il prato e l'ombra degli ulivi.
Riprendiamo il cammino insieme raccontandoci le varie esperienze di cammini e di vita vissuta. Poi ci accorgiamo che il nostro passo è più veloce del loro e allora per non forzare il ritmo per entrambe le parti ci diamo appuntamento a Vetralla, tappa della giornata.
Il dolore alle caviglie si fa sentire sempre di più e presso la sorgente di Fossato Callo decido di fermarmi per togliere le scarpe ed immergere i piedi e le caviglie. Trovo un po' di ristoro ma mi accorgo ben presto che il sollievo è solo passeggero. Il dolore me lo porterò fino a dopo l'arrivo a Roma. L'ipotesi è di aver indossato, durante la prima tappa, scarpe troppo dure e di aver compromesso ed "infastidito" la muscolatura dei polpacci. Pazienza, mi rimetto le scarpe e ripartiamo. Una volta arrivati all'ostello penseremo ad eventuali pomate e fasciature serali.
Oltrepassate le prime corti e centri abitativi arriviamo a Vetralla e, come sempre a conclusione della tappa, ci apprestiamo a cercare l'alloggio. Chiedendo informazioni ad una signora, gentilmente ci indica la direzione corretta. Arriviamo all'ostello e ci apre una signora che ci stava aspettando e anch'essa cortesemente e disponibile ci fornisce delle indicazioni necessarie a utilizzare la struttura. Anche oggi siamo arrivati e quindi non aspettiamo molto per fare la doccia e riposare. Più tardi penseremo alla cena.
Nel frattempo sono arrivati anche i nostri compagni che si sistemano nella camera vicina e ci diamo appuntamento per cenare insieme. Nell'uscire dall'ostello riceviamo una telefonata dall'Ostello S. Giacomo di Roma che ci avvertono che per cause emergenziali (forse COVID !!!) la struttura dovrà chiudere anticipatamente ma, avvertita la nostra preoccupazione, ci forniscono il nominativo e il numero di telefono di un'altra struttura che potrà accoglierci al nostro arrivo nella capitale. Chiamiamo subito e riusciamo a prenotare il pernottamento per la notte a Roma. Problema risolto !!!
Alla sera troviamo una trattoria in centro a Vetralla. Il menù che ci viene proposto sembra molto articolato e quindi ci "buttiamo" nell'ordinare primi e secondi con pasta e cacciagione e contorni vari. Dalle esperienze fatte in questi anni risulta che in compagnia tendiamo a mangiare di più e con più gusto.
Durante la cena riceviamo un'ulteriore telefonata. E' nostra figlia Federica che ci chiede se tutto sta andando bene....Chiediamo il perché della domanda e ci dice che al telegiornale, sul primo canale (TG 1), hanno dato la notizia che nel convento dei Cappuccini di Viterbo c'è in atto un forte contagio di COVID e che i nonni sono molto preoccupati. Tale preoccupazione li ha indotti addirittura a telefonare al convento per avere notizie in merito. Rimaniamo stupiti ma confermiamo la nostra buona salute.
Conclusa la cena cerchiamo di "attivare" la digestione con 4 passi lungo la via principale e poi ci ritiriamo in camera. Prima di coricarmi, mi faccio fare un massaggio alle caviglie da Antonella che mi spalma della pomata (tipo artiglio del drago o similare) e mi avvolge il tutto con un sacchetto di nylon per mantenere la crema il più possibile. Poi, dopo aver fatto il punto della giornata e verificando la tappa dell'indomani, ci addormentiamo.
Totale : 18,4 km
Dislivello + 280 mt - 300 mt
Pernottamento : Ostello di San Francesco
Tappa 6 (Vetralla – Sutri)
Siamo oramai al sesto giorno di cammino. Il tempo passa rapidamente e anche il nostro pensiero viaggia velocemente verso Roma sempre più vicina. In effetti mancano circa 90 km...Dubbio: ma se ha Montefiascone mancavano (secondo molteplici cartelli) 100 km e da Montefiascone a Vetralla sono circa 34 km...qualcosa non torna!!! Forse i cartelli erano posti con lo scopo di aumentare la motivazione e le aspettive ai pellegrini? O una semplice trovata pubblicitaria? Chissà a noi importa l'idea che giorno dopo giorno siamo sempre più vicini a Roma.
Facciamo colazione presso un bar e riprendiamo il cammino. Usciamo da Vetralla dopo averne attraversato tutto il centro. Appena fuori troviamo un bellissimo murale che rappresenta la tematica del pellegrinaggio sulla Via Francigena. Poi oltrepassata la Cassia e più avanti in direzione di San Martino al Cimino svoltiamo per una sterrata e ci addentriamo nel percorso ciclo-pedonale del Monte Fogliano. Un bellissimo bosco di quercie fantastiche. Si respira un ambiente tranquillo e rigenerante.
Dopo circa 1/2 km usciamo dalla foresta e in breve, dopo aver incontrato nuclei abitativi e attraversato qualche strada poco trafficata ci immergiamo in un ambiente completamente diverso dal precedente. Siamo infatti nella zona di Capranica e l'ambiente non è più quello "naturale" dei boschi ma quello rappresentato dalle coltivazioni di nocciole. Distese e distese di boschetti con piante della stessa grandezza disposte a filari. In questa zona è molto famosa questo tipo di coltivazioni e la raccolta delle nocciole alimenta l'industria dei semi-lavorati per i vari usi. Le coltivazioni sono a carattere intensivo e questo ci fa un po' pensare sulle scelte fatte, nei decenni scorsi, che indubbiamente hanno ridotto l'ambiente naturale sostituendolo con piantagioni monocultura.
Arriviamo in breve alle Torri d'Orlando che erano costruzioni, realizzate in epoca romana, adibite a cerimonie funebri. Nei pressi delle torri e sotto i noccioli, ci fermiamo per una sosta e per mangiare qualcosa. Non siamo molto distanti da Capranica (circa 1 ora e mezza) e quindi decidiamo di ripartire dopo poco tempo per poter fare una visita a questo antico centro della Tuscia.
Dopo aver camminato lungo strade sterrate sempre immersi in boschi rigogliosi e molto ombrosi di castagni e querce, arriviamo a Capranica facendo ingresso al centro attraverso un ponte ed un arco situato appena dopo piazza Giuseppe Garibaldi. Attraversiamo tutto il centro osservando le varie costruzioni in pietra e gli edifici pubblici e le varie chiese. Il centro non sembra molto curato e si respira un clima di incertezza e di fuga verso altre realtà. Probabilmente esiste una situazione di forte crisi per mancanza di lavoro e la gente, specialmente i giovani, cercano altrove lavoro e fortuna. Molte attività commerciali sembrano chiuse da tempo. Abbiamo oltrepassato le 12.00 e decidiamo di prendere qualcosa da mangiare entrando in un piccolo negozio di alimentari. Parlando con una signora, che incontriamo lungo la via, troviamo conferma a quanto avevamo colto e pensato lungo il percorso nel centro storico: forte crisi economica accentuata anche dal periodo di pandemia che, purtroppo, sta riprendendo con vigore.
Lasciamo il centro di Capranica e all'uscita dalle mura abbiamo qualche perplessità sulla direzione da prendere in quanto non ben indicata dalle segnaletiche,; o magari non siamo riusciti ad individuarle al nostro passaggio. Fatto sta che sbagliamo subito la direzione ma, dopo aver camminato per qualche centinaio di metri, ritorniamo indietro e nei pressi di una piccola chiesetta, sotto le mura della cittadina, ritroviamo le indicazioni e riprendiamo il percorso che ci conduce subito in un bellissimo bosco immersi nella natura rigogliosa. In questo tratto il nostro proseguire e allietato anche dalla presenza di un ruscello che attraversiamo spesso tramite ponticelli in legno. L'ambiente è molto suggestivo e lussureggiante : siamo nella forra del fosso di Mazzano. In circa un'ora raggiungiamo una radura con alcune abitazioni agricole e ora la vista si apre in lontananza al borgo di Sutri che si erge su un dosso, probabilmente di tufo.
Non sapendo dove si trova il nostro piccolo appartamento chiamiamo il proprietario che ci viene incontro con lo scooter e ci indica il punto di entrata a Sutri e la posizione della struttura. Arriviamo sul luogo e ci vengono consegnate le chiavi con le indicazioni anche per l'utilizzo della casa. Ci sistemiamo e poi, essendo un appartamento completo di cucina, decidiamo di uscire per fare qualche acquisto di alimentari. In piazza troviamo anche la coppia dei nostri compagni che non vedevamo da ieri sera. Una chiacchera e poi i saluti in quanto a Sutri loro concluderanno il loro breve cammino per rientrare a casa.
Ci ritiriamo nella casa per preparare la cena e riposare. Le caviglie sono ancora abbastanza dolorose ma porto pazienza in quanto il pensiero di arrivare a Roma è molto forte. Un'ulteriore spalmata di pomata con massaggio, pensando che anche con il riposo notturno riuscirò a trovare il sollievo.
Totale : 24 km
Dislivello + 410 mt - 400 mt
Pernottamento : Appartamento La casa dei Libri
Tappa 7 (Sutri – Campagnano di Roma)
Mancano ancora 3 tappe e siamo a Roma !!! Il tempo è perfetto con temperature miti e un bel sole.....Con queste premesse non ci resta che svegliarci per riprendere il cammino.
Il percorso ormai si svolgerà in pianura tranne qualche leggero scollinamento ogni tanto.
Sistemati gli zaini e riassettata la stanza ripartiamo. Risaliamo il centro di Sutri sulla piazza principale poi, attraverso il viale in direzione sud, scendiamo dal paese in direzione della zona delle catacombe. Di questo luogo ci rimane vivo il ricordo di un paio di anni fà quando, durante un viaggio in camper da queste parti nel periodo delle vacanze di natale, ci siamo trovati quì a Sutri e ci siamo fermati per la presenza di un fantastico presepio vivente. L'ambientazione era completamente realizzata nel luogo delle catacombe e la "location" era veramente suggestiva.
Appena fuori da Sutri in prossimità dell'entrata delle catacombe, vicine fra l'altro all'anfiteatro che fa parte dello stesso sito, troviamo una venditrice ambulante di funghi. Un'infinità di funghi raccolti sui monti cimini. Ci verrebbe la voglia di fare l'acquisto per la sera ma ci assale il dubbio di riuscire a mantenere la loro freschezza ed il rischio di romperli durante il trasporto negli zaini. Pertanto decidiamo di non acquistarli con grande tristezza.
Attraversiamo tutto il sito archeologico, qualche foto e percorrendo un' arco di circonferenza di circa 340 gradi per ritornare quasi al punto iniziale. Poi qualche centinaio di metri avanti ritroviamo l'indicazione per il percorso. Attraversiamo quindi parecchie zone in parte boschive e in parte coltivate a nocciole. Le coltivazioni in alcune zone sono così numerose che addirittura la superfice della stradina è coperta dai innumerevoli gusci.
Arriviamo alla località di Valdiano e poco dopo attraversiamo anche Monterosi, piccole frazioni abitative con qualche azienda artigianale. Da qui il percorso entra in una zona più collinare e naturale. Ci stiamo avvicinando alla zona delle cascate di Monte Gelato che sarà la nostra tappa intermedia di oggi e dove faremo una sosta in vista del pranzo. Vi arriviamo verso mezzogiorno inoltrato. L'ambiente è molto bello. Qui il fiume Treia forma delle cascatelle e laghetti in mezzo al bosco. Facciamo qualche foto ma quello che mi interessava in questo momento era di poter togliermi le scarpe ed immergere le caviglie nell'acqua fresca. Che sollievo ma ancora l'effetto è puramente passeggero e il dolore riprenderà poco dopo. ma al momento ci gustiamo questa bellissima pausa dalle fatiche del cammino. Anche un buon panino risulta un buon completamento per rigenerare le nostre forze.
Non manca molto a Campagnano (circa 6 chilometri). Quindi, dopo circa un'ora poco più, riprendiamo il nostro cammino. Ci immergiamo su un percorso naturalistico molto bello e, tra brevi salite e qualche valletta arriviamo in vista di Campagnano. Questa zona è anche frequentata da ciclisti e camminatori della zona. Passiamo vicino ad alcune piccole aziende agricole arrivando ai piedi di Campagnano situato anch'esso sopra un colle roccioso. Attraverso una breve ma ripida salita risaliamo in breve dal fondo della valletta fino al centro di Campagnano.
Arrivati facciamo subito la chiamata al proprietario della casetta dove dormiremo. Ci viene incontro e ci accompagna. Si tratta di una piccola struttura molto carina costruita alla conclusione del dosso roccioso sul quale è situata la cittadina. La casetta è molto piccola ed è composta da una stanza cucina, un bagno ed una cameretta con letti a castello posta sul retro. La struttura prevedeva anche una serie di prodotti utili alla preparazione della cena ma ci accorgiamo che sono ridotti molto all'essenziale. Chiediamo allora se è possibile farci avere dei pomodoro per fare un po' di sugo per la pasta. Veniamo accontentati.
La sera siamo sufficientemente stanchi e decidiamo di rimanere tranquilli. Domani mattina nell'attraversamento del paese avremo modo di visitarne il centro. Ora è più importante un buon riposo.
Totale : 27,2 km
Dislivello + 350 mt - 390 mt
Pernottamento : Ostello del Borgo
Tappa 8 (Campagnano di roma – Isola Farnese)
La notte è trascorsa veramente molto tranquilla e ci alziamo molto riposati. Ci prepariamo un buon caffè e una colazione che consumiamo nel nostro piccolo alloggio. Riassettiamo tutto e ci avviamo lungo la via che attraversa tutto il centro di Campagnano.
Il paese non offre particolari scorci "urbani" e paesaggistici ma il clima che respiriamo è sicuramente quello di ripresa delle attività mattutine. Nei dialoghi tra le persone si intuisce chiaramente l'accento romano e questo ci fa capire la nostra vicinanza a Roma.
Usciamo dal borgo e ci avviamo su una strada asfaltata, ma poco trafficata, che in circa un'ora ci porta alla Madonna del Sorbo. Nei pressi del santuario lasciamo il percorso per una veloce deviazione e visita di questa chiesa. All'interno niente di particolare se non per la presenza di un'impalcatura situata sull'altare, indicazione di lavori di manutenzione. Infatti scorgiamo due signore impegnate nel restauro dell'affresco dell'abside.
Usciti riprendiamo il cammino in direzione di Formello. Questo tratto di strada è completamente in discesa e questo mi provoca un continuo sovraccarico dei "polpacci" e delle caviglie causando un aumento del dolore. Pazienza ancora...... Roma è vicina.
Arriviamo a Formello e nella piazza principale ci gustiamo un buon spuntino che abbiamo acquistato in un piccolo market. Ci rilassiamo un po' osservando anche le persone che passano nelle vie. Dopo circa un'ora partiamo riprendendo il percorso e dopo qualche centinaio di metri ci addentriamo nel centro vecchio di Formello con case e viottoli storici molto caratteristici. Scendiamo ancora utilizzando anche delle scalette e, dopo Formello, ci avviamo nella campagna dove il paesaggio si alterna tra boschi di querce e castagni e prati adibiti a pascolo di greggi di pecore. Un paio di maremmani ci vengono incontro ma, come sempre rimanendo al di fuori del recinto, tale incontro non desta particolari problemi. Proseguendo lungo una sterrata vediamo in lontananza un'enorme struttura e, nell'avvicinarci, scopriamo che si tratta di un allestimento di un grosso set cinematografico. Ci fermiamo fuori per osservare quanto è stato realizzato ed un signore ci invita a fare una veloce visita all'interno. La struttura è in fase di demolizione, sicuramente sono concluse le riprese....ma che peccato distruggere un'opera così enorme. Ci spiega che il set è stato costruito per la fiction sulla vita di Leonardo da Vinci che verrà trasmessa sulla RAI. La visita è veloce anche perché un altro responsabile ci invita "cortesemente" ad uscire dal sito.....Anche questa è stata un'esperienza che ricorderemo.
Ci avviamo ora sulla strada asfaltata passando da prima vicino al centro sportivo della squadra di calcio della Lazio e poi, passata la Cassia bis su un cavalcavia, il percorso riprende in un paesaggio completamente agricolo con campi arati di fresco. Risaliamo una collina per poi addentrarci, nella parte finale di questa tappa. Si tratta del parco del Veio, sito archeologico dell'antica e fiorente città etrusca di VEIO del VI secolo a.C. ,ma poi distrutta da Roma.
Il paesaggio è molto naturalistico e, dopo aver affrontato qualche tratto di continuo saliscendi in mezzo a grandi aree prative, ci ritroviamo presso il mulino del Fosso della Mola. Siamo arrivati a Isola Farnese. Dopo qualche centinaio di metri arriviamo alla nostra conclusione di tappa trovando la struttura per la sera.
Isola farnese è nota per la presenza di un piccolo borgo con il castello medioevale che rappresenta il nucleo più importante. Il castello Farnese fu costruito dalla famiglia Orsini.
I proprietario della struttura ricettiva ci mostrano l'appartamento che è grande e capace di poter ospitare almeno 4/5 persone. Ci sono molti prodotti a nostra disposizione sia per la cena che per la colazione, ma tutto deve essere prelevato con acquisto, secondo una lista appesa alla parete !!
Isola farnese è pressoché vicina alla località La Storta.
Dopo esserci sistemati (non dimentichiamo qualche piccolo problema durante la doccia per la mancanza di acqua calda, problema risolto dopo l'intervento del proprietario) usciamo per un un giro e visitare il luogo. Troviamo anche una pizzeria vicina alla casa, ma decidiamo di farci da mangiare utilizzando la cucina a disposizione. Dopo cena rimaniamo in casa e come sempre ci gustiamo la tranquillità e il riposo sempre molto apprezzato alla conclusione del cammino. Domani ultima tappa e saremo a Roma.
Totale : 21,4 km
Dislivello + 580 mt - 690 mt
Pernottamento : Appartamento Sotto al Castello - Isola Farnese
Tappa 9 (Isola Farnese - La Storta- Basilica S. Pietro)
Al mattino ci svegliamo e ci accorgiamo che il tempo è cambiato ed ora sta piovendo. E' la prima volta, dopo anni di cammini, che ci troviamo a iniziare una tappa con la pioggia...Ma siamo preparati e ben equipaggiati. Una buona colazione e partiamo. Siamo ben coperti anche perché oggi la temperatura non è sicuramente mite e fa un po' freschino.
Nonostante il nostro buon equipaggiamento però ci manca qualcosa.....Infatti nei pressi della località di La Storta, in un negozio cinese facciamo l'acquisto di un ombrello...non si sa mai cosa ci aspetta nella giornata.
Il percorso oggi non è bellissimo e il paesaggio non si presta assolutamente alla fotografia. Stiamo completamente camminando sulla via Cassia ma poco pù avanti la guida ci indica il passaggio all'interno del parco dell'Insugherata. Questa variante potrebbe rivelarsi interessante sia per lasciare il tratto di strada super trafficata ma anche per addentrarci in un ambiente più naturale.
Arrivati alla località di Giustiniana ad un bivio a V sbagliamo direzione e invece di prendere a sinistra manteniamo la destra continuando il percorso su Via Trionfale.....C'è ne accorgiamo dopo qualche chilometro ma ormai la " frittata è fatta" e nonostante qualche disappunto da parte mia decidiamo che, malgrado tutto e nonostante il traffico e il paesaggio sempre più antropizzato, è meglio proseguire.
Arriviamo così alla periferia di Roma (anche se la periferia, per noi, era iniziata già a La Storta !!!). Facciamo una sosta per il pranzo dentro un bar e ordiniamo una focaccia calda e un caffè. Ci facciamo dare le opportune indicazioni per raggiungere il centro di Roma, anche perché il mio istinto di orientamento normalmente si annulla all'interno dei centri abitati!!. Apprese le indicazioni ci apprestiamo a trovare l'entrata del parco di Monte Mario dove sostiamo per qualche minuto su una piccola terrazza panoramica con la vista su Roma e sulla Basilica di San Pietro. E' una vista fantastica e l'emozione si fa molto forte nonostante il tempo molto nuvoloso. Siamo realmente arrivati a Roma.
Tale vista mi fa immaginare quale spettacolo poteva apparire ai tanti pellegrini che raggiungevano Roma dalle diverse parti dell'Europa fin dai tempi più lontani. Quale poteva essere il loro stupore e gioia alla vista della città eterna. Città della quale non conoscevano nulla se non per sentito dire.
Il parco di Monte Mario ci dà la possibilità di vedere Roma in tutta la sua grandezza. Ma non c'è tempo da perdere!!! Dobbiamo scendere verso Roma in quanto non vediamo l'ora di entrare in piazza San Pietro.
Appena sotto Monte Mario ci sorprende un breve temporale che ci dà l'opportunità di aprire l'ombrello acquistato stamani. Arriviamo quindi alla base del Monte Mario e percorriamo il corso Via Ottaviano, All'orizzonte ci appare il colonnato di San Pietro che raggiungiamo in fretta. Roma a quest'ora è gremita di turisti ma noi riusciamo a oltrepassare la moltitudine e raggiungere il colonnato di Piazza San Pietro.
Anche il temporale è passato e dalla cupola di San Pietro appare il sole che si fa strada tra le residue nuvole. Che spettacolo!!!
Ci sediamo sui gradini del colonnato del Bernini e con piacere ci togliamo le scarpe e ci rilassiamo godendo della vista sulla grande piazza al calore del sole. E' arrivato veramente il momento di assaporare questo momento ripensando che dopo tante piccole avventure siamo riusciti a coronare il nostro sogno raggiungendo questo bellissimo obbiettivo. Dopo 9 giorni di cammino e circa 200 km siamo riusciti a raggiungere questo importante luogo della storia e della cristianità. Ora ci riserviamo tutto il tempo per ritrovare riposo e goderci tutto questo.
Il primo pomeriggio passa tranquillamente in piazza San Pietro ma verso le 15 decidiamo di proseguire in quanto dobbiamo assolvere a due compiti principalmente: il ritiro del "Testimonium" presso l'ufficio del Vaticano, a testimonianza del nostro cammino e concludere la tappa di oggi arrivando all'ostello. Vorremo arrivare all'ostello prima delle 18.00 attraversando Roma a piedi, per chiudere il percorso con le nostre "gambe". Le caviglie sono molto affaticate e questo mi procura un notevole rallentamento nel procedere.
Ci rechiamo quindi all'ufficio accoglienza pellegrini che si trova all'inizio della piazza di San Pietro e ritiriamo con entusiasmo il nostro Testimonium. Poi riprendiamo il percorso attraversando Via della Conciliazione, Ponte Sant'Angelo, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Venezia e poi percorrendo alcune vie interne arriviamo a destinazione. Ci riceve una sorella che, dopo aver registrato il nostro arrivo, ci consegna la camera.
Dimenticavo: durante il tragitto il dolore delle caviglie era aumentato terribilmente e, pertanto, ci siamo fermati in una farmacia per chiedere qualche pomata in modo da diminuire il dolore e trovare sollievo.
Dopo la doccia e la sistemazione in camera ci regaliamo un momento di riposo a letto.
Verso sera la fame ci stimola a alzarci dal letto e a uscire per trovare qualcosa da mangiare. Ci ricordiamo che un paio di anni prima, in un viaggio a Roma, ci siamo recati alla stazione di Termini dove è allestito il Mercato Centrale. Qui è possibile mangiare diverse cose. Non siamo molto lontani, circa 15 minuti, quindi decidiamo di recarci senza dover cercare altrove. Ci gustiamo una buona pizza.
Poi nel ritorno verso l'ostello ci fermiamo presso un piccolo bazar per l'acquisto di qualcosa da bere e mangiare per il giorno dopo. La serata si conclude presto con il ritiro in camera e il riposo.
Prima di coricarmi faccio un ulteriore massaggio con la pomata ma sto osservando che nulla è risolutivo, probabilmente servirà un periodo di riposo.
Per il giorno seguente abbiamo in programma la messa mattutina in Basilica e un'ulteriore visita di Roma. Ci muoveremo con la metro per essere più veloci, ridurre l'affaticamento e aumentando il tempo di scarico sulle articolazioni. Poi nel pomeriggio rientro a Verona.
Totale : 20,3 km
Dislivello + 310mt - 450 mt
Pernottamento : Ostello Marello (Via Urbana 50 - Roma)
E' giunto il giorno della nostra partenza da Roma per rientrare a casa.
Come da programmi ci alziamo presto per recarci con la metro in Basilica per la messa delle 08.30. Forse la stanchezza, forse l'orario mattutino o forse la mancanza di abitudine all'utilizzo dei mezzi di trasporto sbagliamo la direzione della metro in stazione. Quindi alla successiva fermata (Circo Massimo) scendiamo e ne approfittiamo per fare colazione. Rientriamo poi in stazione per riprendere la metro nella giusta direzione.
Arriviamo in Piazza San Pietro e ci rechiamo al check-in quindi con veloce passo ci rechiamo nella cappella dove sta iniziando la celebrazione. Ci troviamo immersi un clima di profonda meditazione. La celebrazione si svolge secondo una rigido e solenne protocollo. Ai lati con il personale addetto al controllo dell'assemblea.
Di certo non sono queste le celebrazioni che amiamo. Troppe formalità perché abituati a celebrazioni meno formali e più "comunitarie", ma siamo all'interno della Basilica per eccellenza, quindi questa prassi risulta essere una reale necessità. A conclusione della messa dedichiamo del tempo per la visita della basilica.
Poi lasciato San Pietro ci avviamo piano piano verso l'ostello visitando alcuni altri luoghi di Roma e fermandoci per un veloce pranzo.
Nel primo pomeriggio ritiriamo gli zaini presso l'ostello e ci rechiamo in stazione. Il treno delle 16 ci attende e il viaggio di ritorno sarà colmo di ricordi delle giornate trascorse ma ora c'è anche l'entusiasmo per il ritorno a casa, occasione per ritrovare i nostri familiari ai quali racconteremo quanto vissuto. C'è spazio comunque al pensiero per un prossimo cammino!!!!
Buen camino.......