PROLOGO
Un anno fa avevamo concluso un'ulteriore frammento di Via Francigena a Lucca, augurandoci che in breve tempo potevamo riprendere per avvicinarci sempre più a Roma. Riproponendoci sempre di utilizzare circa una settimana (6/7 tappe) di tempo per organizzare la nostra prossima avventura. Ancora il mese di maggio risulta essere il periodo prescelto. In effetti la nostra esperienza negli anni ci ha dimostrato che i mesi di maggio e ottobre sono i periodi migliori per camminare, considerando le temperature miti (evitando il caldo torrido tra giugno e metà settembre) e la relativa tranquillità (evitando anche gli assembramenti nelle strutture di accoglienza). Inoltre, da qualche anno prendiamo come riferimento il 19 maggio quale anniversario del nostro matrimonio per dedicarci una mini vacanza.
Come di consueto, riprendiamo in mano la nostra guida e organizziamo il percorso che in 5 tappe ci porterà da Lucca a Monteriggioni, in provincia di Siena. Il tragitto da Verona verrà effettuato sempre in treno fino alla stazione di Lucca.
Così arriviamo al giorno della partenza. Le premesse sono buone e gli zaini preparati in poco tempo, vista l'ormai consolidata esperienza. Prendiamo il treno al mattino presto (alle 06.00 a Verona) arrivando in mattinata a Lucca. Ci ricordiamo di acquistare la credenziale che finalmente troviamo all'ufficio informazioni. Quindi tutto è pronto e riprendiamo il cammino......
Tappa 1 (Lucca - Altopascio)
Partiamo per questa prima tappa uscendo da Lucca attraverso Porta Elisa (direzione Est). Il percorso di oggi non risulterà molto interessante e sarà sicuramente facile. Questo ci dà modo di riabituarci al cammino, al ritmo dei passi e della giornata secondo lo schema abituale del pellegrino.
Dopo aver lasciato completamento le ultime case di Lucca ci dirigiamo verso Capannori, prima, e poi a Porcari. Il percorso si svolge interamente su strade secondarie a traffico molto limitato ma che non offre un particolare paesaggio. Ci troviamo spesso in zone con industrie artigianali e poco immerse nella natura. Unica nota di merito è la Pieve di Capannori, che visitiamo, e l'arrivo a Badia Pozzeveri con la bellissima chiesa benedettina del XII secolo.
Da qui raggiungiamo in brevissimo tempo Altopascio con la conclusione della tappa di oggi. In entrata al centro del paese telefoniamo al gestore dell'ostello e ci accordiamo per incontrarci e farci dare le chiavi della nostra camera, presso la Maggione dei Cavalieri del Tau. Ci accoglie un signore che ci dà tutte le informazioni in merito alla struttura. Ci indica i nostri letti posizionati nella camerata insieme ad altri pellegrini, poi doccia e breve riposo. La struttura è inserita in un storico palazzo di Altopascio in piazza Ricasoli. Verso sera usciamo per un giro in centro e poi ceniamo presso una pizzeria a gestione molto "familiare". Concludiamo la serata con ulteriori quattro passi, per poi ritirarci per il riposo notturno.
Totale : 18,5 km
Dislivello + 20 mt - 20 mt
Pernottamento : Maggione dei cavalieri del Tau
Tappa 2 (Altopascio - San Miniato)
Il mattino ci organizziamo per poter effettuare la colazione, visto che nella struttura non c'è nessuna possibilità. Dopo i preparativi, lasciamo la nostra camera e, usciti nel centro storico, troviamo una pasticceria dove consumiamo il nostro cappuccino e una fresca brioche. La pasticceria si trova sulla direttiva della Francigena e pertanto riprendiamo in breve il nostro cammino.
Nella parte iniziale della tappa percorriamo uno splendido tratto selciato dell'antica Via Francigena (via Cassia) che iniziamo dopo aver raggiunto la piccola località di Galleno (circa 8 km da Altopascio).
Superiamo la zona delle Cerbaie, selvaggia e deserta. Risaliti quindi sulle alture che fanno da spartiacque tra il bacino del Serchio e quello dell'Arno raggiungiamo nuovamente la pianura nei pressi di Ponte a Cappiano, dove all'interno dell'antica struttura medicea è stato ricavato un ostello. Lo storico ponte fu costruito da Cosimo I e lo stesso Leonardo da Vinci fece degli studi su questa struttura. Da qui attraversiamo un’antica palude, ora bonificata, e dopo circa 5 km risaliamo verso l'interessante centro storico di Fucecchio. L'abitato è stato costruito su un colle con l'obiettivo, ben motivato, di difendersi dai possibili attacchi nemici. Nell'avvicinarci al centro incontriamo molte persone vestite con costumi dell'epoca e alcuni sbandieratori. Ci accorgiamo ben presto che siamo giunti nel momento giusto della festa. Si tratta del palio delle contrade. Osserviamo la ricca sfilata comprendente tutte le contrade che mostrano i propri lavori artigianali attraverso i costumi e gli attrezzi medioevali. Conclusa la sfilata ed essendo di domenica partecipiamo alla messa presso la collegiata di San Giovanni Battista. Quindi, visto l'orario, mangiamo qualcosa e poi riprendiamo il cammino. Usciamo dal centro di Fucecchio, scendiamo dal colle e, dopo aver superato l’Arno, ne percorriamo l’argine verso San Miniato. Qui il paesaggio è decisamente agricolo e la vista spazia dalla ormai lasciata Fucecchio alle colline, dove vediamo collocato San Miniato.
Raggiunte le prime case di San Miniato Basso siamo accolti da una gradita sorpresa. Davanti ad una casa, in via Parini, troviamo un tavolino con merendine, frutta e una borsa frigo contenente bevande. E' il punto di ristoro, per pellegrini, ormai molto conosciuto ed unico nel suo genere. Non riusciamo a incontrare chi ha pensato a tutto questo ma riconosciamo la bellissima iniziativa molto apprezzata, soprattutto dopo il lungo percorso fatto fino a qui.
Risaliamo la collina di San Miniato fino a raggiungere il centro storico. Ci avviamo quindi all'ostello dove dormiremo questa notte. Ci accoglie una ragazza che ci dà tutte le informazioni e ci consegna le chiavi della nostra camera. Dopo aver sbrigato le consuete attività di fine tappa, ci organizziamo per la cena e la visita del centro storico. Saliti sulla rocca e sulla torre di Federico II ammiriamo il panorama su tutta la pianura ma, poi, un breve temporale interrompe la serata all'aperto e siamo costretti a ritirarci nell'ostello. L'indomani sarà un'altra bella tappa e quindi, dopo aver ricontrollato il percorso, ci corichiamo per il consueto riposo.
Totale : 29 km
Dislivello + 250 mt - 115 mt
Pernottamento : Ostello di san Miniato
Tappa 3 (San Miniato - Gambassi Terme)
Dopo la sveglia e i preparativi usciamo dall'ostello per trovare un punto dove poter fare colazione. Appena poche centinaia di metri però, appoggiando male il piede sul lastricato, mi accorgo di aver subito una piccola slogatura che in breve comincia a crearmi un dolore e a preoccuparmi per l'andamento della giornata. Arriviamo al bar per la colazione e cerco di capire l'origine del male...Purtroppo non passa e cerco di capire come comportarmi. Proviamo a ripartire cercando di sentire come, anche dopo la fase di riscaldamento, la caviglia possa risultare meno dolorosa. Usciamo dal centro di san Miniato e percorriamo all'inizio una strada asfaltata secondaria e poco trafficata, essendo anche ancora presto al mattino. Poco avanti troviamo una cassetta di pronto soccorso a uso dei pellegrini. Sembra quasi un segno del destino. La apriamo e troviamo tra alcune bende, cerotti e disinfettante anche una pomata chiamata "artiglio del drago". Non abbiamo mai usato questo prodotto ma vista la necessità decido di provarla non avendo altra soluzione per risolvere il problema della slogatura. Sarà perché, nel frattempo, la caviglia si è scaldata, sarà per l'effetto benefico della pomata, sta di fatto che il dolore si affievolisce e durante il cammino non sento più tanta difficoltà a procedere anche se ormai abbiamo lasciato la strada asfaltata e ci troviamo su un percorso sterrato e con fondo irregolare. Attraverso una serie di saliscendi attraversiamo piccoli boschi, prati in fioritura e campi coltivati ad olivi. Nei pressi della Pieve di Coiano incontriamo alcuni pellegrini e insieme ripercorriamo gli ultimi chilometri verso Gambassi Terme. Durante il percorso non avendo trovato centri abitati dove poter acquistare qualcosa da mangiare, ci aiutiamo con qualche riserva che teniamo sempre nello zaino. Anche l'acqua risulta assente e il contenuto delle nostre borracce comincia a esaurirsi. Dopo aver incontrato alcuni poderi e piccole aziende vinicole lasciamo la strada sterrata per percorrere la strada provinciale che in 2 km ci porterà alla conclusione di questa tappa. Poco prima di Gambassi troviamo un piccolo bar/trattoria. Essendo ormai pomeriggio inoltrato non chiediamo il menù ma ci accontentiamo di degustare un dolce, almeno per placare la nostra fame; sicuramente alla sera riusciremo a mangiare qualcosa di più sostanzioso. completiamo il percorso raggiungendo la Pieve di Santa Maria a Chianni dove, nella canonica adiacente alla chiesa, è inserito l'ostello Sigerico. Il nome deriva dall'arcivescovo di Canterbury che nel X secolo si recò a Roma in pellegrinaggio e nel rientro alla sua terra riportò nel diario la descrizione di tutte le tappe. In seguito, questo percorso diventò celebre con il nome di via Francisca o Romea ovvero più tardi via Francigena. La Pieve di santa Maria a Chianni è citata da Sigerico nel suo diario come XX tappa e sosta da Roma. Arrivati le indicazioni ci portano sul retro della chiesa dove si trova il cortile e un bellissimo giardino annessi all'ostello. Non c'è nessuno e l'ostello è chiuso fino al tardo pomeriggio. Non ci resta che metterci nel giardino, toglierci le scarpe e calze per far riposare/rinfrescare i piedi e goderci il pomeriggio. Un breve temporale interrompe questo bel momento e raccogliendo in fretta le nostre cose ci rifugiamo sotto una tettoia. Nel frattempo, sono arrivati anche altri pellegrini e poi i gestori dell'ostello che, dopo aver fornito le nostre generalità ci consegnano le chiavi della nostra camera. Ci chiedono anche se vogliamo cenare in ostello alla modica cifra di 10 euro. Un breve consulto dopodiché aderiamo molto volentieri sapendo di trovare qualcosa di caldo e buona compagnia. Sistemazione doccia e un breve riposo (ormai attività consolidate) e usciamo per una visita di Gambassi Terme nota per alcune sorgenti di acqua calda salso bromo-iodiche. il centro non è grandissimo e riusciamo in poco tempo a visitarlo e a rientrare all'ostello in tempo per la cena. Prima di rientrare, trovando un piccolo negozio di alimentari, ci fermiamo per qualche acquisto per il giorno seguente. È l'occasione per una bella chiacchierata con il negoziante che ci descrive le difficoltà di vivere in un piccolo paese, ormai isolato rispetto ai centri turistici situati nelle vicinanze. Durante la cena ci troviamo immersi in una bella compagnia di pellegrini e al tavolo ci raccontiamo delle nostre esperienze. Un buon menù con vino in abbondanza soddisfa il nostro appetito. Concludiamo anche co i classici cantucci e vin santo che non potevano mancare in queste zone. Poi ci viene offerto anche la visita dell'interno della Pieve raccontando la storia e le caratteristiche della struttura. Poi, dopo qualche foto notturna della chiesa all'esterno, ci ritiriamo per il riposo. Bellissima serata in compagnia!!
Totale 24 km
Dislivello + 400 mt - 220 mt
Pernottamento : Ostello Sigerico
Tappa 4 : (Gambassi Terme - San Gimignano)
Ci svegliamo molto presto in quanto la giornata e il percorso lungo ci impegnerà per molte ore, e vorremo arrivare quanto prima alla conclusione evitando i temporali che sono stati previsti. Lasciamo l'ostello dopo una buona colazione e ci avviamo verso il centro di Gambassi Terme. Lo attraversiamo per ritrovare le indicazioni della via Francigena. Appena fuori il centro abitato ci immergiamo in un panorama tipico toscano. La stradina, all'inizio asfaltata, ci immerge nelle colline toscane e, l'ora mattutina, ci presenta viste su colline in parte coltivate a vigneto (siamo nella zona del CHIANTI) e in parte selvagge con boschi e radure. Il tutto avvolto nella nebbiolina delle prime ore. Passiamo vicino a corti agricole con annesse le prestigiose cantine. Notiamo che i vigneti sono circondati da reti metalliche che ci fanno capire che la zona è ben frequentata dai cinghiali e altri animali che nelle coltivazioni ritrovano pasti nutrienti. Dopo un paio di ore in una zona di radura notiamo un certo movimento nell'erba alta. All'inizio non riusciamo a veder nulla ma, poi, in prossimità della sterrata sulla quale stiamo passando esce un bel gruppetto di cinghiali con la e alcuni cuccioli. Fin dall'inizio non riusciamo a capire la direzione che vogliono prendere e ci assale un attimo di smarrimento sul da farsi. È noto che le madri siano abbastanza pericolose in vista della presenza umana, atteggiamento tutto rivolto alla difesa della prole. Il tutto si risolve vedendo che il gruppetto attraversa la strada e si inoltra nella boscaglia; pericolo scampato ma cerchiamo, nel proseguire, di porre attenzione ad un possibile rientro del gruppo! Ma le sorprese non sono finite in quanto a poca distanza il percorso risale oltre la valletta e le piogge dei giorni precedenti hanno ridotto il fondo in uno scivolo di fango che ci crea qualche problema nella risalita. Sembra di essere su un pendio nevoso, le scarpe affondano nel fango e ad ogni passo in avanti ne facciamo un indietro. Riusciamo ad aggrapparci a qualche arbusto e con qualche difficoltà riusciamo a oltrepassare. Per fortuna che in questo stesso momento non siano presenti anche i precedenti abitanti di questi luoghi (i cinghiali appunto !!). Risaliamo le verdi colline, passando vicino a ville e agriturismi di alto livello molto ben tenuti con annesse piscine e giardini ben curati. Ci sono molte cantine e le targhe delle auto ci fanno capire che il turismo è nettamente straniero. Dopo un paio di ore, arriviamo al Santuario di Pancole che visitiamo. Il santuario è dedicato a Maria Madre della Divina Provvidenza. Appena un paio di km, dopo il santuario, ci immergiamo nel piccolo borgo medioevale di Colle Muccioli (con le bellissime case in pietra ora ristrutturate e con una torre, rimanenza di un castello). Raggiungiamo poi la Pieve di Cellole immersa nel bosco e una delle sedi della comunità di Bose. Ci soffermiamo per una visita soprattutto alla piccola chiesa romanica. L'area è pressoché deserta e l'unica persona che troviamo è la ragazza che gestisce il piccolo negozio di prodotti. Ripartiamo e in lontananza notiamo che il tempo si sta guastando. Lasciata la stradina sterrata nel bosco, ad’ un bivio riprendiamo la strada asfaltata. La vista si apre sulle colline in lontananza dove si intravedono le famose torri di San Gimignano che dista un paio di km. Ad un ulteriore incrocio veniamo inondati da un muro d'acqua arrivato all'improvviso. In questo momento non ci resta che fermarci e coprirci in fretta, per salvare sia lo zaino che il nostro corpo…ma non facciamo in tempo e il coprirci ci evita solo nuova acqua, ma il resto è tutto bagnato. Riprendiamo il cammino sotto la pioggia che in breve si conclude. Arriviamo alla porta di San Gimignano e capiamo che le sterminate colline tranquille e isolate dal turismo di massa sono, purtroppo, solo un ricordo. Troviamo una moltitudine di persone di tutte le nazionalità che percorrono, soprattutto, la principale via del centro storico. Arriviamo nella piazza principale ed entriamo dentro un bar dove, all'interno del bagno ci cambiamo completamente (ed evidenzio completamente per lo stato di bagnato totale dei nostri indumenti). Una volta ristabilito lo stato di "asciutto", ci sediamo al tavolino del bar per bere qualcosa di caldo, anche per una forma di gratitudine per la possibilità offerta al cambio degli indumenti. È questo il momento di fare il punto. Siamo certi che non possiamo proseguire. Il tempo fuori e ancora molto piovoso e addentrarci in percorsi isolati ci crea ansia e una consapevolezza che potremmo ritrovarci in una situazione anche di pericolo. Infatti, i km che ci separano dalla conclusione della tappa sono circa 14, troppi per una giornata che ha preso una piega diversa dalle nostre previsioni. Ci dispiace molto interrompere il nostro cammino ma anche le previsioni per il giorno seguente non sono buone. La decisione è presto fatta: rientriamo a Verona scegliendo il bus di linea che ci porterà a Poggibonsi e da lì treno per Verona con cambio a Firenze. Chiediamo conferma all'ufficio del turismo che ci dà le corrette indicazioni e ci fornisce anche i biglietti dell'autobus. Usciamo da San Gimignano, non prima di aver fatto qualche foto, dalla porta di San Giovanni dove troviamo la fermata dell'autobus. Il viaggio diventa un po’ triste soprattutto per la veloce decisione del ritiro dal proseguire ma non c'erano altre possibilità. Durante il viaggio ci ricordiamo di telefonare al punto tappa della giornata comunicando al B&B la nostra decisione in merito al mancato pernottamento. La giornata si conclude con il viaggio di rientro a casa e con la speranza di riprende il cammino quanto prima, magari a settembre.
Totale : 13,5 km
Dislivello + 350 mt - 350 mt
Pernottamento : rientro a casa