PROLOGO
Nel corso degli anni abbiamo vissuto molte esperienze in montagna percorrendo vari sentieri. Abbiamo vissuto momenti di estrema bellezza in montagne conosciute, vicine e lontane dai nostri luoghi di origini. Abbiamo anche trascorso vacanze di una o due settimane in Trentino e in Val d'Aosta sperimentando la vita in appartamento e anche in campeggio con le tende. Mancava un'ulteriore esperienza con un approccio diverso da quello fino ad allora vissuto. Mancava sicuramente l'esperienza del trekking, del camminare per più giorni partendo da un luogo per raggiungere tappa dopo tappa luoghi e paesi diversi. Il pensiero è andato subito al Cammino di Santiago e pensando a questa opzione ne abbiamo verificato la reale possibilità di vivere questa esperienza. Da subito, però, abbiamo riscontrato la relativa difficoltà di realizzo dovuta alla distanza da Verona (essendo un percorso tra Francia e Spagna) e alla necessità di disporre di circa 3 settimane se non di un mese di ferie. Per noi era importante metterci alla prova e un cammino impegnativo come quello di Santiago ci è sembrato "troppo" per una prima esperienza. Pertanto ci siamo chiesti se esistessero in Italia altre possibilità di percorsi a tappe. Ci siamo pertanto informati scoprendo che nel nostro "bel paese" esiste una infinita quantità di cammini che propongono diverse possibilità, da pochi giorni a intere settimane, in montagna ma anche sulla costa, che attraversano città importanti o zone sconosciute. Il nostro sguardo è andato subito alla Via Francigena la più famosa in Europa, dopo Santiago, che ha la caratteristica di attraversare una gran parte del Nord e Centro Italia. Quindi perché non partire da qui? Avendo a disposizione 4 giorni pertanto abbiamo pensato di partire da Fornovo del Taro. Si trattava della prima esperienza e la nostra preparazione è stata lunga in quanto non sapevamo cosa ci potevamo aspettare da questa esperienza. Non sapevamo cosa portare nello zaino, quali zaini utilizzare, dove avremo dormito e mangiato e cosa avremo incontrato. Non potevamo immaginare nulla ma solo provare a partire. Dopo aver definito le tappe abbiamo pensato di utilizzare l'auto da Verona a Fornovo (Parma), poi, concluso il cammino, avremo preso il treno per ritornare al punto di partenza. Quindi si parte......
Partiamo al mattino presto in auto e in circa 2 ore arriviamo alla nostra destinazione: Fornovo del Taro. Scarichiamo dalla macchina gli zaini e alla prima vista ci chiediamo se riusciremo a camminare per più giorni con quel carico ( prima esperienza che ci farà riflettere sulla grandezza degli zaini e anche sul loro "eccessivo" contenuto). L'auto la lasciamo in un piccolo parcheggio che ci sembra abbastanza tranquillo ma anche in vista. Nelle vicinanze troviamo subito un piccolo alimentari e ne approfittiamo per l'acquisto di un panino che ci darà la prima "carica energetica". Cerchiamo, inoltre, di acquistare la CREDENZIALE ma non troviamo nulla e pertanto decidiamo di avviarci senza, magari la troveremo strada facendo. La partenza ufficiale la facciamo dal duomo di Santa Maria Assunta e da qui, dopo aver attraversato le vie del paese, usciamo dal centro risalendo le prime colline. E' una giornata non caldissima ma la salita si fa sentire ed iniziamo a sentire il peso degli zaini, dei quali non avevamo esperienza da diversi anni. Attraversiamo campi adibiti a pascolo e in un'ora ci troviamo a ridiscendere nella vallata verso Sivizzano. Attraversiamo anche questo piccolo borgo e poi iniziamo la salita che, alternati ad alcuni saliscendi, ci porterà in progressione alla tappa di oggi.
Arriviamo al borgo di Bardone dove si trova un'antica pieve romana che visitiamo. Ci riposiamo un po' mangiando qualcosa e poi ripartiamo riprendendo la salita. Nel frattempo il meteo è peggiorato e lungo la strada veniamo colti improvvisamente da un forte temporale. Abbiamo la prontezza di coprire gli zaini e indossare gli spolverini. Risaliamo con fatica lungo un sentiero fangoso aiutandoci con un paio di bastoncini, che ci siamo portati. Alla fine della salita nel bosco arriviamo ad un'altura con vista panoramica sulle colline e la vallata.
Il tempo sta migliorando e il nostro percorso ci porta alla frazione di Castello di Casola dove ci fermiamo per una pausa. Un signore anziano residente nella frazione ci spiega un po' la storia del piccolo borgo e ci fa vedere la chiesetta. Ci spiega che il paese è quasi del tutto disabitato tranne nel periodo estivo dove le famiglie risalgono per gustarsi il fresco delle colline.
Ripartiamo e in breve raggiungiamo Villa Casola. Da qui risaliamo il bosco lungo un sentiero ben tenuto che affianca, all'inizio, una riserva di caccia a sinistra e dopo qualche chilometro il vallone con i famosi "salti del diavolo", ossia strutture a pinnacoli che affiorano dalla base del terreno.
Arriviamo alla strada SS 62 della Cisa e poi ci inoltriamo in un altro sentiero che ci porta alla conclusione della tappa a Cassio. In questo ultimo tratto incontriamo un'altra pellegrina. Facciamo una breve conoscenza e ci spiega in inglese che è olandese e che il suo obiettivo è quello di raggiungere Roma.
Arrivati a Cassio cerchiamo il nostro ostello che si trova appena fuori dal centro in direzione della tappa di domani. Ci accoglie Andrea, il gestore, che ci illustra la struttura e ci consegna le chiavi della camera. L'ostello non è altro che una ex casa cantoniera che è stata ristrutturata. Le due stanze adibite a "soggiorno" e cucina sono riempite all'inverosimile di generi alimentari: una quantità infinita di formaggi disposti sul tavolo e credenze e decine di prodotti alimentari di ogni genere. Troppa merce che riteniamo quasi impossibile da gestire. Ci ricordiamo anche che le nostre scarpe sono letteralmente infangate e nel cortile dell'ostello troviamo un rubinetto, pertanto facciamo una buona ripulita e le sistemiamo in camera ad asciugare. Dopo le fasi di sistemazione, doccia e riposo facciamo due passi in paese per visitare la chiesa romanica. Poi ci ritiriamo nell'ostello per prepararci la cena visto che i prodotti non mancano !!!. Minestra di verdure e frittata con prosciutto risultano sufficienti a sfamarci dopo questa nostra prima esperienza di cammino. Ci ritiriamo per fare il punto della tappa di domani e ci corichiamo a riposare.
Totale : 21,1 km
Dislivello + 1090 mt -440 mt
Pernottamento : Ostello a Cassio
Tappa 2 (Cassio - Passo della Cisa)
Al mattino ci svegliamo di buon'ora, prepariamo gli zaini e scendiamo per preparare la colazione: non manca nulla nemmeno per la colazione!! Essendoci un alimentari aperto acquistiamo qualcosa da mangiare e partiamo verso Berceto.
Ci troviamo a percorrere tratti di strada asfaltata, sentieri e mulattiere. Siamo immersi in un paesaggio adibito a bosco e pascolo e il percorso, fino a Berceto, risulta essere un continuo saliscendi attraversando piccole frazioni ricche di storia. Troviamo qualche cartello che ci spiega che questo percorso è stato utilizzato dall'esercito delle guardie svizzere che nel 1506, su richiesta del papa Giulio II, discesero fino a Roma per difendere la città. In quel momento nascevano le guardie svizzere.
In circa 3 ore raggiungiamo il centro di Berceto e ci gustiamo un momento di riposo per mangiare (un bel panino con prosciutto crudo) e visitare il centro storico con il bellissimo duomo di San Moderanno. Nel primo pomeriggio riprendiamo il cammino e, dopo l'uscita da Berceto, ci inoltriamo lungo la sterrata nel bosco che risale con una serie di saliscendi per rimanere al di sopra della SS 62 della Cisa. La pioggia di ieri ha compromesso molto il fondo che risulta essere molto fangoso e scivoloso. A disturbare il nostro cammino anche molte moto da trial che transitano rovinando molto il terreno. Il bosco è molto bello ma decidiamo di non salire al monte Valoria per non complicare ulteriormente il nostro cammino e, trovata una discesa riprendiamo il cammino sulla strada asfaltata. Arriviamo quindi all'ostello della Cisa anch'esso inserito nella vecchia casa cantoniera. Ci facciamo consegnare le chiavi della camera per "sbrigare" le faccende di routine (sistemazione, doccia e riposo). La camera risulta enorme e molto fredda e anche la doccia nella quale impieghiamo molto tempo per ottenere l'acqua calda. Riusciamo comunque a distendere gli abiti utilizzati e, nel cortile, a ripulire le scarpe nuovamente infangate.
Ritroviamo anche Ania (non ricordiamo bene il suo nome) la signora olandese che ci farà compagnia anche durante la cena preparata con cura da Caterina. A conclusione della cena i gestori ci informano che durante la notte non saranno presenti all'ostello e ci forniscono le informazioni necessarie per la gestione in ostello e la preparazione della colazione di domani. Questa situazione ci crea un po' di ansia per la notte, ma prendiamo atto e ci ritiriamo nella nostra camera. non prima di aver verificato la chiusura delle porte dall'esterno e soprattutto la possibilità dell'apertura dall'interno durante la notte e per l'indomani!!
Totale : 19 km
Dislivello + 780 mt -340 mt (prima parte)
Pernottamento : Ostello a 2 km prima del Passo della Cisa
Tappa 3 (Passo della Cisa - Pontremoli)
Ci alziamo al mattino presto e dopo aver preparato gli zaini scendiamo per la colazione. Ci accorgiamo che non abbiamo molto a disposizione ma riusciamo comunque a mangiare qualcosa e bere un caffè caldo.
Ripartiamo in compagnia di Ania e raggiungiamo in breve il passo della Cisa.
Breve fermata alla visita al santuario della Madonna della Guardia. Siamo sul confine tra Emilia e Toscana e da qui, attraverso una bellissima scalinata con arco, ci addentriamo in un bosco di faggi. Siamo nella Lunigiana, terra di confine stretta tra Emilia e Liguria. Il nostro passo è decisamente più veloce della nostra compagna così le comunichiamo la nostra intenzione di allungare il passo e proponiamo di incontrarci a Pontremoli all'ostello.
Il percorso è un continuo saliscendi che ci impegna molto spesso in continue attenzioni a non scivolare sulle pietre bagnate e a cambi di ritmo su salite molto ripide.
Attraversiamo anche piccoli borghi ( Groppoli, Groppodalosio, Topleca di Sopra) sempre con la caratteristica di essere quasi disabitati, tranne nei periodi estivi. Incontriamo qualche rara persona che ci dà informazioni sul cammino. Il bosco è molto bello, ricco di vegetazione. La strada che percorriamo è molto antica segnata dalle pietre del fondale e da molti ponti in pietra dalla caratteristica costruzione a "schiena d'asino".
Arriviamo al passo della Crocetta e da qui lo sguardo si allunga sulla valla del Magra e sull'abitato di Pontremoli.
Arrivati ad Arzengio ci soffermiamo davanti alla chiesa per decidere se partecipare alla messa. Ma, mancando molto, decidiamo di scendere a Pontremoli e partecipare alla messa nella chiesa annessa all'ostello.
Veniamo a sapere che Ania è arrivata prima di noi e rimaniamo increduli in quanto sapevamo che era dietro di noi. La incontriamo e ci spiega che, durante la discesa, è scivolata accidentalmente su una roccia bagnata procurandosi una bella ferita sulla mano. Ha deciso pertanto di optare per un percorso più tranquillo, su strada asfaltata. In questo modo ha accorciato di circa 2 km il cammino raggiungendo facilmente Pontremoli. Ci chiede un aiuto per poter recarsi al pronto soccorso dell'ospedale per la medicazione. I gestori sapendo che dobbiamo ancora sistemarci e fare la doccia, si offrono per portare Ania all'ospedale.
Calcolando il nostro anticipo ci prendiamo il tempo per sistemarci nella camera, fare la doccia e partecipare alla messa delle 18. Dopo la messa ci ritiriamo un po' per riposare ed ad un certo punto veniamo svegliati dal bussare alla porta. E' Ania che ci informa della medicazione e dei punti che gli sono stati fatti per chiudere la ferita. Ci dice, inoltre, che dovrà fermarsi per un paio di giorni per dar modo alla ferita di guarire. Così ci diamo l'appuntamento per cenare insieme in una trattoria convenzionata con l'ostello (cena a 10 euro !!!). Ci ritroviamo fuori dall'ostello e facciamo un giro nel centro storico. Troviamo la trattoria e entriamo per gustarci sia il cibo preparato (testaroli buro e salvia, piatto tipico della Lunigiana e un piatto di affettato con contorni) con la compagnia di Ania. A cena conclusa usciamo per un breve ulteriore giro del centro storico. Ania decide di ritirarsi a riposare e così ci salutiamo sapendo che non riusciremo più a vederci. A giro concluso ci ritiriamo anche noi in modo da riposare la notte e risvegliarci per intraprendere l'ultima tappa.
Totale : 19,7 km
Dislivello + 563 mt -1290 mt
Pernottamento : Ospitale San Lorenzo Pontremoli
Tappa 4 (Pontremoli - Aulla)
Ci alziamo presto per capire come organizzare questa ultima tappa di cammino. Il tempo non è buono, molto nuvoloso e ci chiediamo quali sorprese potremmo trovare lungo il percorso anche in previsione di un peggioramento del tempo.
Iniziamo il nostro percorso uscendo da Pontremoli per seguire la statale della Cisa molto trafficata. Poi il percorso si alterna tra stradine meno trafficate e rientri sulla stessa statale fino a raggiungere, da prima, la Pieve di Sorano e poi Filattiera. Alla Pieve di Soriano su indicazione della nostra guida, chiediamo al centro visite la possibilità di entrare. La ragazza ci informa che arriverà una guida che ci aprirà e ci darà spiegazioni della storia di questa bellissima pieve. Dopo circa mezz'ora la guida arriva, entriamo e partecipiamo alla spiegazione. L'interno è molto bello e si respira un clima di pace e storia antichissima. Costruita sui ruderi di una casa romana la struttura è di tipo romanico e, nella parte destra, sono anche visibili degli archi bassi, ora murati, che fungevano da entrata per piccoli dormitori dei pellegrini medioevali che lì facevano tappa. La chiesa, abbandonata per secoli, fu ristruttura per il giubileo del 2000, anno in cui tutta la Francigena fu "rimessa" a nuovo.
Dopo la vista arriviamo al borgo di Filattiera: antico borgo medioevale. Qui la il percorso della Francigena ci permette di ammirare le vecchie case e i viottoli in pietra.
Dopo circa 6/7 km arriviamo a Filetto in vicinanza di Villafranca in Lunigiana. Decidiamo di fermarci per acquistare qualcosa per il pranzo e per decidere come proseguire visto il peggioramento del tempo. Il borgo è molto bello e in una grande piazza ci sediamo per consumare il pranzo. Incontriamo un ragazzo di Milano (purtroppo non ricordiamo più il suo nome, visti gli anni passati) e condividiamo la nostra esperienza del cammino (questi sono gli incontri più belli e più genuini). Proviamo a fare il punto e ci accordiamo di proseguire insieme evitando la risalita per Virgoletta e Fornoli (percorso ufficiale in questo tratto) decidendo di passare da Villafranca e proseguendo per Aulla rimanendo sul fondo valle. Purtroppo arrivati a Villafranca, dopo aver fatto alcune foto per immortalare il nostro passaggio, apprendiamo che il passaggio oltre il Magra (torrente della Lunigiana) non è più possibile in quanto distrutto dall'ultima alluvione. Rimangono quindi due possibili soluzioni: guado del Magra a piedi, come proposto dal nostro compagno, o il proseguimento su strada statale della CISA. Fin da subito a noi sembra che il guado del Magra sia un'esperienza da evitare e decidiamo di proseguire con la seconda possibilità. Il pensiero di percorrere la statale molto trafficata non ci piace molto, soprattutto durante la pioggia (ci mancava anche questa !!) ma il pensiero di trovarci immersi nella corrente del Magra ci fa molta più paura. Il nostro compagno decide diversamente per il guado e così, dopo solo poche ore, la nostra esperienza si conclude appena fuori Villafranca!!
Riprendiamo il cammino lungo la strada della CISA che risulta abbastanza lunga (circa 11 km), ricca di curve che ci mettono continuamente in allarme per il transito di molte auto e camion. La pioggia non smette ma, dopo circa un paio di ore, arriviamo all'inizio dell'abitato di Terrarossa, incrociando il rientro del percorso originale della Francigena, proveniente da Fornoli.
Riprendiamo un attimo il respiro dopo l'esperienza della statale. Mangiamo qualcosa e poi riprendiamo il cammino.
A Terrarossa troviamo l'indicazione per la pista ciclabile (ex linea ferroviaria per Aulla) e in breve arriviamo ad Aulla. Alla conclusione della pista ciclabile ci immettiamo sulla statale e, dopo aver attraversato il ponte sul torrente Taverone, svoltiamo a sinistra per dirigerci verso la stazione che raggiungiamo dopo un paio di km.
La nostra tappa si conclude qui e si conclude anche questa prima esperienza di cammino. Non ci resta che attendere l'arrivo del treno ripensando a quanto vissuto in questi giorni, alle persone incontrate e alla natura che abbiamo gustato in tutte le sue sfaccettature possibili. Il treno è arrivato, saliamo e troviamo il posto riponendo finalmente i nostri zaini (pesanti !!). Ripercorriamo con lo sguardo tutti i paesi che abbiamo attraversato in questi giorni. A Fornovo ritroviamo la nostra auto che ci aspetta e ci prepariamo al rientro a casa con la speranza che questa esperienza vissuta non sia altro che l'inizio di un nuovo modo di muoverci e vivere le nostre vacanze nel modo più libero possibile.
Totale : 32 km
Dislivello + 505 mt -692 mt
Pernottamento : nessuno (rientro a casa)