Prologo
Siamo ai primi giorni di agosto e il ricordo dei giorni passati lungo l'Alta Via 2 è ancora vivo e ci fa pensare se potrebbe essere valida la possibilità di riprendere il percorso entro questa estate. Abbiamo a disposizione una settimana a fine agosto e forse in questo periodo le probabilità di un tempo ancora buono e della possibilità dei rifugi ancora aperti con minor flusso di gente, ci incoraggia a programmare. Le tappe rimanenti sono 6 ma potremmo ridurle. C'è poi da considerare che la tappa da Planaval al bivacco di Promoud non è più realizzabile per la mancanza del bivacco (distrutto in una valanga nel 2014), quindi dobbiamo allungare il percorso fino al rifugio Deffeyes. Questo vorrebbe dire circa 1900 m di dislivello con passaggio su due colli: Col de la Crosatie ( 2838 m) e Passo Alto (2860 m), cosa che con zaini di 9/10 kg ci preoccupa alquanto. Quindi che fare? E se invertissimo il percorso con partenza da Courmayeur anziché continuare da Rhemes? Questo ci porterebbe ad una riduzione del 50% dislivello positivo passando da 1900 a 960 in quanto il rifugio Deffeyes si trova a 2500 m e Planaval 1550 m. Per un'altra riduzione del numero di tappe si pensava di evitare l'arrivo al rifugio Elisabetta Soldini, in val Veny e salire, con una possibile variante; da Courmayeur al Mont Fortin (2758 m). Questa possibilità ci farebbe passare sopra la Val Veny per rientrare a La thuille nello stesso giorno. L'idea ci sembra buona quindi procediamo con questa idea riducendo le 6 tappe a 4. Per ridurre la spesa di un pernottamento a La Thuile e aver la possibilità di avere l'arrivo il giorno prima della prima tappa troviamo fattibile l'idea di prendere un mini appartamento a Prè Saint Didier vicino a Courmayeur. Quindi in appartamento dormiremo la domenica sera, lunedì (dopo le prime due tappe) e giovedì (dopo la 3 e 4 tappa) quindi venerdì e sabato per rimanere qualche altro giorno in Val d'Aosta. Quindi sembra tutto abbastanza definito. Partiamo dunque la domenica pomeriggio in auto e dopo, una fermata per acquisto di generei alimentari, ci rechiamo al nostro piccolo appartamento arrivando verso le 20.00. Ci accordiamo con il proprietario (come anticipato telefonicamente) per l'affitto dell'appartamento per tutta la settimana ma pagando solo le giornate in cui saremo realmente presenti. Scopriremo che tale accordo verrà smentito a fine settimana con nostra grande sorpresa. L'appartamento è molto carino e si trova al secondo piano di una casa privata in località Champex a circa 800 mt dal centro di Prè Saint Didier. Cena e prepariamo gli zaini per la mattina, poi a letto.
Tappa 1 (Courmayer 1223 mt --> Le Randonneur 1900 mt --> Mont Fortin 2758 mt --> Col des Chavannes --> La Thuile 1435 mt)
Al mattino dopo una buona colazione che ci prepariamo in appartamento e poi ci dirigiamo a piedi in centro a Prè Saint Didier per attendere il bus alla fermata intorno alle 08.30. Con il bus saliamo a Courmayeur dove al capolinea troviamo anche la partenza dell'Alta Via 2 con le indicazioni dedicate sia alla partenza dell'Alta Via 2 che all'arrivo dell'Alta Via 1. Attraversato il fiume Dora Baltea ci dirigiamo alla frazione di Dolonne e da quì saliamo verso la località sciistica di Checrouit (1700 m) lungo una stradina mulattiere e poi sentiero ripido. Su questo tratto troviamo molti gruppi di camminatori intenti a percorrere il Tour de Mont Blanc. Molti sono francesi. Il sentoero si trova tutto nel bosco fino a quando, raggiunta la stazione di monte degli impianti di risalita, usciamo su grandi pianori erbosi dove sono allestiti numerosi piccoli impianti di risalita e molti rifugi e alberghetti. Si sale continuamente lungo strade sterrate utilizzate per i mezzi di trasporto e, probabilmente d'inverno, coincidenti con piste di discesa. Arriviamo al rifugio Maison Vieille (1956 m). Questo tratto coincide perfettamente con il percorso ufficiale dell'Alta Via 2 che seguiremo fino al maso Arp Vieille (2303 m). Dal rifugio (dove abbiamo chiesto conferma per raggiungere il Mont Fortin) si sale continuamente fino a raggiungere quota intorno ai 2300/2400 m dove il sentiero si mantiene più o meno sempre in quota con diversi saliscendi. Attraversiamo grandi zone di pascolo e di fianco a noi la grande catena del Monte Bianco e sotto lla lunga Val Veny che vediamo per intero fino al Rifugio Soldini. Visibile la cima del Bianco e tutte le altre cime del gruppo con i valloni e i ghiacciai. Sotto quel che resta del lago del Miage dove fino a qualche decennio fa arrivava il ghiacciaio omonimo. rispetto agli anni 90 una riduzione impressionante. Verso le 11 le nuvole cominciano a coprire la cima del Bianco che non vedremo più.... Alcune vecchie roulotte sono posizionate nei pascoli ad uso dei pastori. Molte micche che pascolano tranquille in un paesaggio stupendo. Ora scendiamo velocemente verso Arp Vieille perdendo circa 100 m. Quì troviamo il bivio: se si scende si procede sull'Alta Via per raggiungere il fondo della Val Veny e poi risalire al rifugio Soldini. Girando saliamo sul Mont Fortin. Abbiamo seguito questa variante perchè, concentrando due tappe in un giorno, evitiamo di scendere di 230 m per poi risalire di altri 520 m per raggiungere il Col de Chavannes (2592 m). Con la variante rimaniamo in quota e risaliamo di circa 460 m alla cima e poi siamo in direzione del Col de Chavannes. Dal bivio attraversiamo la zona prativa e un torrente poi guardiamo in alto quanto il sentiero si inerpica su zone più rocciose e anche su pietraie. In pratica un discreto dislivello con pendenze importanti. Ci accingiamo a salire con molta tranquillità misurando i passi. Siamo fortunati per aver programmato anche il rientro in appartamento alla sera in quanto gli zaini sono molto leggeri. In circa un'ora arriviamo alla cima e ci fermiamo per una bella sosta. Di fronte a noi sempre lo spettacolo del gruppo del Monte Bianco che ora vediamo nella sua totale lunghezza. In fondo anche la Val Ferret che si sviluppa in senso opposto alla Val Veny che si trova sotto di noi a circa 800 m di dislivello. Quale spettacolo migliore di questo. Dietro a noi il lunghissimo vallone di Chevanne che dovremmo percorrere fino a La Thuile. Con noi nessuno tranne un passaggio di due persone in discesa dalla cima. Dopo circa un'ora riprendiamo a scendere in quanto sappiamo essere alquanto lunga e dovremmo essere a La Thuile entro le 19 per l'ultimo bus che ci porta a Prè Saint Didier. Quindi ci avviamo lungo pascoli infiniti fino a raggiungere un primo laghetto e poi ad un secondo in prossimità del raggiungimento della mulattiera che scende dal Col de Chevannes. Ora siamo rientrati sul percorso dell'Alta Via e, precisamente, sul tratto coincidente alla seconda tappa. Ad un gruppo di masi (Chavanne superiore 2420 m) ci fermiamo per mangiare qualcosa. Molte le marmotte vicine a noi ed il vallone ancora molto lungo davanti a noi. Riprendiamo il percorso cercando di accelerare il passo non avendo salite ma solo una leggera discesa. La larga strada sterrata si presta molto ad eventuali salite in MTB....chissà se in futuro potremmo intraprendere anche queste uscite. Ora il vallone si restringe di molto: inserito tra due creste di montagna intorno ai 2800 m. Continuiamo fino a raggiungere la località di Parrasey (1866 m) e Monquet (1907 m). Finalmente sotto di noi il borgo di Pont Serrand (antico ed ultimo presidio fisso in epoca romana prima del Alpe Graia oggi Passo del Piccolo San Bernardo) e a sinistra il centro di La Thuile. In circa un'ora arriviamo alla fermata e sono circa le 18.45.....giusti in tempo per l'ultimo bus e quindi in perfetta linea con il programma. Questa giornata è stata veramente lunga ma quanto abbiamo visto è stato veramente spettacolare. Ora rientriamo all'appartamneto dove troveremo una bella doccia calda e ci prepareremo una gustosa cena...Poi un bel riposo in quanto domani abbiamo la partenza per le altre due tappe abbastanza impegnative.
tempo di percorrenza: 10 ore
dislivello: + 1850 m - 1335 m
pernottamento: Appartamento Prè Saint Didier (Champex)
Tappa 2 (La Thuile 1435 mt --> Rif. Deffeyes 2500 mt)
Dopo una bella notte molto rigenerante ci alziamo per preparare sia la colazione che glia zaini che devono contenere tutto il necessario per i prossimi tre giorni. Scendiamo sempre a Prè Saint Didier e alla fermata attendiamo il bus per risalire a La Thuile. Nel mentre che aspettiamo acquistiamo anche dei panini per il pranzo di oggi e domani. Arrivati a La Thuile seguiamo le indicazioni per la località La Joux e il percorso è su strada asfaltata. Passato il centro del paese ci dirigiamo verso la periferia e, quindi addentrandoci nel bosco, proseguiamo fino a raggiungere il piccolo rifugio. Ad un certo punto, interprettando male le indicazioni, saliamo lungo un sentiero molto ripido e con solchi molto profondi. Ci viene qualche dubbio ma fiduciosi continuiamo a salire. Poi arrivati abbastanza in alto oltre un piccolo maso nel bosco troviamo un paio di ragazzi con bici Downhill. Troviamo conferma in questo incontro e nelle informazioni che riceviamo, che il percorso che stiamo percorrendo è, in realtà, una pista di discesa per bici. Ritorniamo indietro fino a raggiungere nuovamente la strada iniziale e poi arriviamo al piccolo rifugio, partenza per il giro delle cascate, dove ci sediamo per un buon caffè "riparatore". Poco più di mezz'ora di fermo e riprendiamo la salita ora sul sentiero che coincide con il percorso delle cascate del Rutor. Si sale dentro un bosco inizialmente di pini e poi, mano a mano che saliamo, di larici. Alla nostra destra il torrente che scende impetuoso e appena qualche centinaio sopra di noi il fragore dell'acqua ci anticipano la presenza delle cascate. Possiamo osservare questa bellezza solo in parte in quanto dovremmo uscire dal percorso dell'Alta Via per vedere le altre. Continuiamo risalendo un dosso giungendo e alla conclusione arriviamo al lago Glacier (2160 m). Si tratta di un lago di origine glaciale ed una porzione di questo assume caratteristiche di palude. Appena sopra il maso dei pastori. Vista la posizione e l'orario (non manca molto all'arrivo al rifugio Deffeyes) decidiamo per una sosta riposante. Sulla nostra sinistra il sentiero sale giungendo ad terrazzamento roccioso sul quale, immaginiamo, sia posizionato il rifugio. Alla nostra destra si intravede la cima della Testa del Rutor (3486 m). una mezz'ora e siamo subito in ripartenza e superando il maso ci accingiamo a salire lungo la mulattiera, lastricata con pietre. Con qualche tornante conquistiamo facilmente quota e superato il balzo roccioso ci troviamo di fronte il rifugio che raggiungiamo in 10 minuti. Al rifugio ci sistemiamo in una camerata con molti letti ma, visto il periodo, siamo soli. Ci rinfreschiamo velocemente e ci cambiamo gli indumenti. Sapendo che a questa quota le temperature all'esterno scendono velocemente alla sera, usciamo ben vestiti. Ci sediamo ai tavoli esterni per osservare il ghiacciaio del Rutor o, meglio, di quello che ne resta.....Sotto al rifugio il Lago Inferiore del Rutor e, su di un piccolo promontorio, la chiesetta di S.Margherita. Per la cena siamo in un bel gruppetto e ci sono anche dei francesi. Seguiranno l'Alta Via come noi? Lo sapremmo domani. Dopo cena rimaniamo un'oretta sfogliando qualche libro nel rifugio poi ci ritiriamo in camera. Domani sarà una bella tappa molto lunga e intensa.
tempo di percorrenza: 4 ore
dislivello: + 1065 - 0
pernottamento: Rifugio Deffeyes
Tappa 3 (Rif. Deffeyes 2500 mt --> Passo Alto 2857 mt --> Promoud 2022 mt --> Col de la Crosatie 2838 mt --> Planaval - Arvier 1554 mt)
Mi sveglio molto presto questa mattina. Dalla finestra osservo l'ambiente esterno e il terreno è ricoperto da una leggera brina, segno che questa notte le temperature sono scese sotto lo 0 termico. Dovremmo partire con un abbigliamento più pesante, almeno per il primo tratto. Sistemati gli zaini scendiamo in sala da pranzo per la colazione. Fuori vediamo qualcuno che si sta già avviando. Dopo una buona colazione ritiriamo gli zaini e uscendo dal rifugio indossiamo le pedule (rimaste all'esterno durante la notte) e ci guardiamo intorno. L'aria è molto frizzante ma la luce è spettacolare ed il cielo è molto limpido. Riesco a fare parecchie foto del rifugio con, sullo sfondo, il Rutor. Ci avviamo e appena oltre il rifugio anche un bel gregge di pecore si sta muovendo. Cominciamo a salire ma davanti a noi non riusciamo a scorgere nessun altro. E quelli che sono partiti prima dove sono? Durante la serata di ieri ci siamo informati sulla direzione del percorso che è variato rispetto al tracciato storico. In realtà per arrivare in Valgrisenche il percorso originale prevedeva la salita dal rifugio mantenendo una direttrice più a destra per giungere al Col de Planaval. Ora questo tratto diventa difficile e pericoloso per tratti ghiacciati anche in estate. Pertanto il nuovo percorso dell'Alta Via prevede la salita dal Passo Alto. Mantenendoci su queste indicazioni procediamo lungo un bel vallone e davanti a noi vediamo il passo non molto alto. Mano a mano che ci alziamo ci viene spontaneo eliminare qualche indumento e questo necessita piccoli stop per inserire negli zaini quanto di superfluo. Salendo alla nostra destra ossrviamo il vallone con i laghetti glaciali dell'Ussellettes. In circa un'ora arriviamo al Passo Alto (2860 m) ben segnalato dalla classico cippo piramidale e da una lunga fila di bandierine tibetane. Oltre un lungo vallone del Promoud e davanti a noi, forse, il Col de la Crosatie. Scendiamo dopo aver fatto un pò di foto e aver ammirato il panorama. Scendiamo su un lungo sentiero su pietraie e raggiungiamo una zona con infiniti blocchi rocciosi. In questo punto ci accorgiamo di aver perso la traccia del sentiero. Proviamo a cercare se troviamo indicazioni ma niente. Guardiamo oltre verso il punto basso più basso dove immaginiamo che il sentiero possa passare. Quindi ci tracciamo istintivamente una traiettoria in modo da raggiungere il sentiero. Vediamo anche due persone che stanno scndendo e quindi confermiamo la nostra intuizione. Questo tratto non è così facile come percorrere un sentiero in quanto dobbiamo, continuamente, salire e scndere grandi blocchi di pietra. Con un po' di fatica e, mantenendo sempre la direzione, raggiungiamo il sentiero e s davanti a noi anche i due camminatori. Ci salutiamo e procediamo insieme assaggiiando quà e là anche qualche buon mirtillo. Siamo scesi molto di quota ed ora ci troviamo in un bosco di larici. Poco avanti a noi il nuovo bivacco "moderno" che, però, non è ancora completato. Andrà a sostituire il vecchi bivacco del Promoud, situato sotto verso i masi, che è stato distrutto nel 2014 da una slavina. Scendiamo ancora ed, ora, procediamo più avanti dell'altra copia che sono rimasti un pà indietro. Cerchiamo un posto per una sosta prima di iniziare la salita al prossimo colle. Superiamo i masi dell'alpe del Promoud (2022 m). Appena dopo superato il torrente su un ponticello ci fermiamo. Prendiamo qualcosa per mangiare ma i panini, presi il giorno prima, sono difficili da masticare. In questa posizione la veduta verso l'alto è veramente bella. Ci sono molti alberi tra larici e abeti rossi e sopra di noi la cima del Paramont (3300 m).Nel frattempo gli altri due ci superano e si fermano a poche centinaia di metri da noi. Finito il breve pranzo ripartiamo. Il percorso è ancora molto lungo. Usciamo dal bosco e ci inoltriamo sul lungo costone erboso. Passiamo oltre la coppia che è seduta a fianco del sentiero e attraverso alcuni iniziali zig zag riprendiamo quota. Salendo il panorama si riapre nuovamnte oltre la vallata del Promoud. in fondo scorgiamo anche la catena del Monte Bianco. Quasi a mezzo percorso su questo versante raggiungiamo una parte rocciosa che superiamo con l'aiuto anche di alcune corde fisse. Ormai ci siamo e il sentiero risulta ora meno ripido sfruttando ancora diversi piccoli tornanti. Arriviamo al Col de La Crosatie (2838 m) e possiamo dire che la parte più impegnativa di oggi è stata decisamente superata. Ci godiamo lo spettacolo che, a queste quote, permettono di vedere molto verso l'orizzonte. Sul colle troviamo il cippo e diverse lastre di pietra messe in verticale ad uso di "ometti". Una sosta e qualche fotto che ci facciamo fare da alcune ragazze. Poi iniziamo la lunga discesa verso Planaval. La discesa inizia con il sentiero che taglia trasversalmente il costone che scende il costone verso il Lac du Fond ma che al momento non vediamo ancora. Raggiunto u sperone erboso ci troviamo a picco sul piccolo lago che appare azzurro e lucente nella luce del pomeriggio. Ci viene voglia di un tuffo ma ci basterebbe infilare i nostri piedi nudi per apprezzare la fresca acqua. Il sentiero scende con ripidi tornanti fino a raggiungere il terrazzamento dov è inserito il lago. Fermarci o no? I tempi sono stretti e manca ancora circa 2/3 ore. Mi accontento di rinfrescarmi il viso e poi qualche foto. Riprendendo passiamo dai ruderi dei vecchi masi delle Baraques du Fond (2338 m) e siamo a 800 m di dislivello da Planaval. Sulla nostra destra il lungo canalone che porta al Passo di Planaval (vecchio percorso dell'Alta Via) ed il sentiero che dal passo scende verso di noi. All'incrocio dei sentieri ci immettiamo sulla direttrice storica dell'Alta Via girando a sinistra e percorrendo il lungo vallone fino agli altri ruderi dei masi di Benevy (1950 m). Il torrente ci corre a fianco. Raggiungiamo una zona ricca di vegetazione erbosa e arbusti. Qualche decennio fa era un'alpe molto sfruttata nel periodo estivo, dagli abitanti della valle, per il pascolo del bestiame.....ora tutto abbandonato. I tempi cambiano. Ora il sentiero riprende vigore e scende più ripido con diversi zig zag. Ci troviamo in un bosco di larici e sulla nostra desta vediamo la vallata della Valgrisenche con le case di Planaval, nostro obbiettivo di oggi. Cominciamo a risentire della stanchezza e facciamo ogni tanto qualche breve sosta. Prima della località La Clusaz (1694 m) lasciamo il sentiero per immetterci sulla strada asfaltata e la percorriamo fino a raggiungere questa piccola frazione e poi raggiunto la vallata arriviamo a Planaval. La stradina è inserita in verdi pascoli recintatti da lunghe staccionate. Al piccolo centro troviamo il piccolo albergo. Anche questa tappa è stata completata. La fatica è stata grande ma gli ambienti e i panorami sono risultati di una bellezza che difficilmente si possono descrivere con semplici parole. Alla reception ci registriamo e ci facciamo consegnare le chiavi della camera. Poi una doccia rigenerante ed un riposo ben guadagnato. Per la cena in struttura scendiamo verso le 19. Siamo in buona compagnia e oltre a qualche ospite che non abbiamo mai visto ritroviamo qualche viso familiare: la copia che abbiamo trovato oggi e i due francesi. A proposito ma i francesi da dove sono passati? Non li abbiamo mai incontrati. Sapremo in seguito che al rifugio Deffeyes hanno preso la direttrice del vecchio percorso dell'Alta Via arrivando al passo di Planaval. Un'esperienza che ricorderanno perché si sono trovati in forte difficoltà per il passaggio su terreno ghiacciato senza avere l'attrezzatura adeguata. Ci diranno che stanno provando il percorso del Tor de Geants, famosa gara di trail della Val d'Aosta. Cena ottima e ben preparata. Qualche chiacchierata con i compagni di percorso. Poi al momento di rientrare in camera ci proponiamo di vederci a colazione per partire insieme. Domani sarà l'ultima tappa che si concluderà a Rhemes, punto nel quale il mese scorso avevamo abbandonato la nostra attraversata. Così chiuderemo questa bella esperienza ricca di emozioni.
Tempo di percorrenza: 8 ore 1/2
dislivello: + 954 - 1874
pernottamento: Hotel Paramont (Planava . Valgrisenche)
Tappa 4 (Planaval - Arvier 1554 mt --> Chalet de l’Epee 2370 mt --> Col Fenetre 2840 mt --> Rhemes Notre Dame 1722 mt)
Ci alziamo e per la colazione scendiamo nella sala da pranzo dove troviamo già allestito il ricco buffet. Mentre facciamo colazione verifichiamo i tempi di percorrenza per la tappa di oggi che, sommando le due tappe, risultano essere di circa 8 ore (Planaval/Rifugio Chalet del l'Epee --> Rifugio Chalet del l'Epee/Col Fenetre/Rhemes). Riusciremo a raggiungere Rhemes in tempo per il bus di rientro a Prè Saint Didier? La coppia di di ieri (si tratta di una coppia di Roma, un signore sui 65/70 anni ed una ragazza di 30/35) ci propongono di prendere il bus (delle 08.30 circa) per accorciare il tragitto , eliminando il tratto Planaval/Valgrisenche, circa 1 ora e 1/2. La proposta di tagliare il percorso non mi è molto simpatica. Mi piace mantenere sempre l'integrità di quanto le guide indicano. Però i tempi non sono a nostro favore e quindi accettiamo la proposta. Conclusa la colazione riprendiamo i nostri zaini e ci avviamo alla fermata del bus. Il pullman ci porta fino al piccolo centro capoluogo della Valgrisenche e, raggiunta la piazza, ci fermiamo al piccolo negozio di generi alimentari per acquistare qualcosa per il pranzo. I due compagni si sono portati avanti ma all'attacco del sentiero, dopo un tratto di strada asfaltata e usciti dal centro abitato, li riprendiamo. Si sale nel bosco riprendendo facilmente quota ed raggiunta una zona aperta con diversi alpeggi arriviamo al maso di Praz Londzet (2188 m). Dal maso attraversiamo trasversalmente il vallone omonimo e il piccolo torrente. Poi risaliamo un costone con cespugli di mirtillo e rododendri. Ancora un tratto all'interno di un bosco di larici e siamo in vista del rifugio Chalet de l'Epee. Sotto a noi la parte terminale della Valgrisenche con la diga e il bacino del lago artificiale. Questa diga è stata costruita negli anni '50, poi negli anni successivi è stata ridimensionata per metterla in sicurezza. Di fronte a noi la catena del gruppo Testa del Rutor con in vista i piccoli ghiacciai sommitali. Poco prima di arrivare al rifugio troviamo una bellissimo crocefisso (posizionato nel 1989) che si erge molto alto rispetto al suolo. Trovo alcune informazioni che raccontano che questo crocifisso era stato posizionato, dai gestori del rifugio, in quanto i programmi prevedevano la passeggiata dell'allora papa Giovanni Paolo II (in vavanza estiva in Val d'Aosta) che doveva provenire dal maso di Praz Londzet. Poi i programmi cambiarono, il papa non passò, ma il crocifisso è rimasto e questo tratto di sentiero è conosciuto come il "sentiero del papa". Al rifugio le tante tavolate e panche allestiti all'esterno ci invitano ad una sosta e decidiamo, visto l'ultimo giorni di cammino, di concederci anche un piccolo pranzo selezinando un paio di pietanze dal menù. E' una scelta un pò azzardata vista la salita che ci aspetta dopo ma ci sono sia i tempi e poi il dislivello da superare non è molto (475 m). Così ci gustiamo tutto questo tempo di relax. Sotto di noi i dolci alpeggi che scendono verso la vallata. Sono arrivati anche la coppia di Roma che vedendoci mangiare decidono entrare al rifugio per fermarsi e mangiare qualcosa. Passata circa un'ora beviamo un caffè e ripartiamo. Appena girato il rifugio vediamo in lato il colle e ci accingiamo a risalire con un passo tranquillo visto il pranzo. Piano piano lasciamo i verdi alpeggi e il vallone comincia a chiudersi. Con ulteriori zig zag del sentiero su terreno roccioso e pietraie raggiungiamo il Col Fenetre (2840 m). E' l'ultimo colle di questa Alta Via. Siamo ora in compagnia della coppia di Roma e dei francesi. Un paio di foto per ricordare questo momento. Il versante che scende verso Rhemes è veramente ripido. Qualche perplessità da parte dei due romani in quanto hanno scarpe non propirio adeguate a questa discesa e pertanto iniziano a procedere con passo più lento. Li superiamo per non rallentare troppo il nostro passo ponendo attenzione ad ogni passo. Il sentiero è veramente insidioso per sabbia e piccole roccette ma l'utilizzo dei bastoncini risultano molto efficaci. Una serie di continui zig zag ripidi per poi portarci alla fine di questo tratto. Ci giriamo per vedere i romani dove sono e li avvistiamo molto alti e molto lenti. Da sotto è veramente irto e mi ricorda sentieri percorsi sul gruppo del sella come la Val Setus. Ci troviamo in breve sul vallone erboso meno ripido e ora affianchiamo il torrente. Finito questo tartto più pianeggiante il sentiero riprende ripido, sempre a zig zag, immerso nel bosco di larici. Stiamo perndendo quota velocemnete ed ora alla nostra destra vediamo il centro di Rhemes. Ci siamo. Ancora un tratto trasversale al di sopra dei verdi parati della vallata e poi raggiunto la riva del torrente, che scende dal Col Fenetre, raggiungiamo la strada asfaltata in prossimità di Rhemes. In centro controlliamo l'orario del bus e poi ci rechiamo al bar per cambiarci gli indumenti sudati e bere un caffè. Fuori al tavolo i due francesi con i quali ci scambiamo qualche parola e i saluti finali. Ci portiamo quindi alla fermata ed attendiamo il bus che arriva puntuale. Alle 18 circa siamo all'appartamento e quì troviamo il proprietario che ci dà la notizia che non ci aspettavamo. Non solo ci vuole far pagare anche i giorni che non eravamo presenti nella struttura ma ci dice che dobbiamo lasciare libero l'appartamento un giorno prima, in anticipo. Non siamo contrari a pagare tutti i giorni ma questi non erano gli accordi pattuiti fin dall'inizio e dissentiamo molto. Averlo saputo prima potevamo anche scegliere un altro alloggio. Alla fine pagheremo il conto riproponendoci di non tornare più. Peccato concludere questa vacanza in questo modo con un pò di amaro in bocca. Alla sera ceniamo in casa e prepariamo i bagagli per rientrare domani a Verona.
Tempo di percorrenza: 6 ore
dislivello: + 1280 + -1120
pernottamento: Appartamento Prè Saint Didier (Champex)
Il giorno della partenza, dopo aver caricato l'auto, ci dirigiamo a fare una visita dei dintrorni. Non avendo tanto tempo pensiamo di recarci al passo del Piccolo San Bernardo per vedere cosa possiamo trovare di interessante. Arrivati al passo grande delusione in quanto oltre al colle no c'è molto altro. Un bar e un paio di negozi di souvenir ma niente di più. Ritorniamo in valle e facciamo una fermata nel piccolo borgo Pont Serrand che si trova appena sopra La Thuile (leggere breve descrizione alla Tappa 1). Poi scendiamo a La Thuile e ci fermiamo per prendere qualcosa e mangiare a pranzo. Concluso il pranzo riprendiamo l'auto e iniziamo il viaggio di rientro....giungendo a casa per il tardo pomeriggio.