Prologo.
Da qualche anno abbiamo intrapreso parecchie attività all'aria aperta e tra queste i trekking di più giorni sono stati al centro dei nostro maggior interesse. Normalmente ci siamo dedicati ai cammini ideati come percorsi a carattere spirituale, culturale e naturalistico. La maggior parte si sviluppano sulla dorsale appenninica e sono di collegamenti tra diversi centri di interesse turistico e non solo. Ora vorremo provare un percorso con caratteristiche più legate all'ambiente di montagna. L'esperienza di nostro figlio in val d'Aosta di qualche anno fa mi ha suscitato l'idea di provare questa esperienza e pertanto ci siamo dedicati a capire caratteristiche e difficoltà che potremmo incontrare e quali siano i metodi e tempi più adeguati per noi stessi. Ci sembra che l'Alta Via numero 2 possa coincidere con quanto vorremo fare. Si tratta di percorsi che attraversano anche zone a noi conosciute e quindi ideali. Quindi il primo passo è quello di trovare delle guide che ci possono indicare la quantità e lunghezza delle tappe. Non troviamo nulla di cartaceo quindi ci affidiamo al sito ufficiale della Val d'Aosta (vedere il link sotto). Come periodo ideale sembra essere il mese di luglio e agosto ma per evitare il turismo massivo scegliamo di partire dopo metà di luglio avendo a disposizione due settimane di ferie. Non potendo fare interamente il percorso da Donnas a Courmayeur decidiamo per eliminare le prime due tappe (Donnas/Crest e Crest/Champorcher) partendo quindi da Champorcher o meglio dire da Chardonney, dove arriveremo con il bus. Tutto sembra definito compreso il trasferimento da Verona a Donnas, e viceversa, con il treno, evitando così di lasciare l'auto ferma per due settimane. Il primo giorno lo dedicheremo alla trasferta e prima tappa con arrivo al Rifugio Miserin. Qualche piccola incertezza riguardo alle restrizioni "Covid" e al tempo.....cose che gestiremo strada facendo, adeguandoci sia alle regolamentazioni nelle strutture che all'andamento naturale del meteo. Quindi che aspettare.......si parte.
Tappa 1 (Chardonney 1444 mt--> Rif. Dondena --> Rif. Miserin 2588 mt)
Al mattino partiamo da Verona con il treno e, dopo aver cambiato a Milano C.le e a Chivasso, arriviamo a Verres. Prendiamo quindi il bus che ci porta fino a Chardonney (1444 m) dove iniziamo il cammino verso l1 14.30. Il tempo oggi sembra abbastanza buono, in alto qualche nuvola che non desta particolari problemi. Ci sistemiamo gli zaini e indossiamo gli scarponi mentre le scarpe da trail, fissate allo zaino, le utilizzeremo durante i momenti di riposo. Batoncini da trekking alla mano e ci avviamo. Oltrepassiamo il piccolo centro montano e saliamo lungo un sentiero in un bosco di larici. Alla nostra il torrente che scende veloce. Oltre il bosco saliamo lungo ampi pascoli con presenza di molti gruppi di mucche. raggiungiamo il Rifugio Dondena (2192 m) e facciamo una breve pausa. Mi sento stanco e immagino che sia dovuto al viaggio in treno e alla partenza nel primo pomeriggio. Il cielo comincia a coprirsi e si alza anche un vento freddo. Ripartiamo e cominciamo a salire su pendenze più impegnative. Tutto intorno a noi pascoli e cime appuntite. Siamo all'interno del parco naturale del Monte Avic che confina con il più famoso parco del gran Paradiso. La zona non è molto turistica e questa caratteristica fornisce a questa parte della Val d'Aosta un aspetto più selvaggio. Qualche fermata per prendere fiato ma continuiamo con passo controllato. Verso le 18 arriviamo in vista del rifugio. Il panorama è molto vasto su tutto il vallone ma il freddo e il vento ci obbliga a entrare nella struttura. Ci accoglie il giovane gestore che ci porta nelle camere. Per la cena, compresa nel servizio di mezza pensione, non riusciamo a mangiare molto e dopo il primo sostanzioso rifiutiamo la seconda portata. Presumiamo sia sempre dovuta alla forte stanchezza e "stress" della giornata. Usciamo per goderci il cielo stellato che ora sembra libero da nuvole, sicuramente per il vento freddo che soffia. No riusciamo a rimanere fuori per molti minuti e, per questo, ci ritiriamo in camera per il riposo.
tempo di percorrenza: 3 ore e 1/2
dislivello: + 760 - 0
pernottamento: Rifugio Miserin
Tappa 2 (Rif. Miserin 2588 mt --> Col Fenetre --> Lillaz 1610 mt / Cogne)
Mattino ore 6 mi affaccio dalla finestra e osservo un cielo completamente azzurro, assente di nuvole. Ci alziamo e prepariamo gli zaini. Ci sentiamo abbastanza in forza dopo il riposo della notte. Colazione e siamo già all'esterno per partire. davanti a noi la chiesa della Madonna delle Nevi. Nei decenni scorsi era luogo di molti pellegrinaggi e il rifugio, già presente, fungeva da ospizio per i pellegrini già nel XVII secolo. Al di là della chiesa il lago omonimo che inserito in una ampia conca alpestre tutta attorniata da cime. Il paesaggio è ampio ed, essendo la quota abbastanza elevata la vegetazione è molto rada solo a livello del terreno. Appena fuori dal rifugio una bella fontana con acqua freschissima.....riempiamo le nostre borracce. Ci avviamo e mano a mano che saliamo il panorama si apre sempre più. all'orizzonte la vallata di Champorcher, le cime del gruppo del Mont Avic, le cime del Rosa e sotto a noi il rifugio con il lago azzurro e lucente. Splendida veduta che stimola la realizzazione di alcune foto. In circa 30 minuti raggiungiamo il primo colle di questa Alta Via 2 ovvero la Fenetre de Champorcher (2827 m). Ora il panorama si estende anche verso est mostrando tutto il vallone che scende a Cogne e di fronte a noi le cime del gruppo del Gran Paradiso. Scendiamo su un sentiero che super molti ghiaioni e con diversi tornanti scendiamo all'ampia alpe del rifugio sogno di Berdze (2530 m). Questo sarebbe la conclusione di questa tappa ma noi abbiamo scelto di proseguire oltre riunendo due tappe in un unico giorno. Facciamo una sosta e notiamo che il rifugio non è ancora ufficialmente aperto segno che la stagione estiva a queste quote non è ancora partita. Riprendiamo su strada sterrata (al rifugio i gestori arrivano con le auto) attraversando tutto l'alpeggio. Passiamo da un gruppo di masi dove le attività sono già partire. al pascolo diversi gruppi di bestiame tra mucche e anche pecore. Scendiamo più rapidamente e raggiungiamo un primo gruppo di cascate che riversano grandi quantità di acqua spumeggiante. Scendiamo continuamente passando dalla cappella di Cret e poi raggiungiamo la turistica Lillaz, famosa per la presenza delle bellissime cascate. Ci sembra che questa lunga discesa abbia messo a dura prova la nostra resistenza e ci organizziamo per fare una lunga sosta. Abbiamo ancora buona parte della giornata davanti a noi. Ho anche fame e in ristorantino ci facciamo preparare della pasta che consumiamo sul prato a fianco del torrente. fa anche caldo e alla fontana vicina ci idratiamo continuamente. Ora facciamo il punto. Secondo il programma dovremmo scendere a Cogne e risalire al Rifugio Sella. Sembrerebbe una bella e impegnativa impresa.....e se c'è la prendiamo con più calma? facciamo un paio di telefonate e riusciamo a spostare le prenotazioni al rifugio e al campeggio in Valsavaranche. Poi prenotiamo all'ostello di Cogne. Tutto apposto quindi per sospendere la tappa di oggi e salire domani. Solo un intoppo al rifugio delle Marmotte sopra Rhemes dove non troviamo posto!!!! ma ci penseremo strada facendo. Nel pomeriggio con il bus raggiungiamo l'ostello. Questa bella struttura è inserito nell'ex villaggio dei minatori e si trova anche il museo delle miniere. Ci registriamo e ci sistemiamo nella nostra camera. Per la cena decidiamo di rimanere all'interno della struttura dove troviamo un ristorante/pizzeria. Prima della cena scendiamo con il bus a Cogne visto che l'ostello si trova più in alto per fare quattro passi. Dopo cena ci ritiriamo in camera per riposare.
tempo di percorrenza: 4 ore
dislivello: + 240 - 1219
pernottamento: Ostello Cogne
Tappa 3 (Cogne (1540 mt) --> Rif. Sella (2584 mt)
Nella giornata di oggi non abbiamo particolare fretta nel raggiungere il punto di arrivo. Avendo, con la giornata di ieri, scorporato la tappa in due, ci sentiamo tranquilli e ci alziamo non troppo prest. Innanzitutto, dopo esserci preparati e lasciato l'ostello, prendiamo il bus per scendere a Cogne. Facciamo colazione e poi prendiamo qualcosa per il pranzo. Alla fermata appena fuori del centro prendiamo un bus per la Valnontey e scendiamo al capolinea di fronte al giardino botanico Paradisia. Dal parcheggio riparte l'Alta Via e questo tratto corrisponde con il sentiero per la classica salita al rifugio Sella. Dal parcheggio si attraversa il ponte sul torrente e si comincia a salire affiancando il bel giardino botanico. Con diversi tornanti immersi, innanzitutto, in un bosco di larici riprendiamo quota ed ora cominciamo ad avere una visione totale del comprensorio di Cogne. Ben visibile tutta la vallata sotto di noi (Valnontey) a partire dal noto centro turistico fin sotto i ghiacciai del gruppo del Gran Paradiso. Cominciamo ad esse intorno ai 2000 m e i larici cominciano a diradare lasciando posto ad arbusti sempre più minuti. Si nota un bella fioritura sui pascoli che si estendono fin sotto le cime rocciose. Con un ulteriore balzo superiamo alcuni ruderi di vecchi masi ormai abbandonati. Ci sono alcune fontane che ci invitano a soffermarci per bere e rinfrescarci. Mi fermo spesso, in prossimità dei tornanti, per fotografare il panorama sulle montagne vicine. Dopo una leggera discesa attraversiamo il torrente che scende dal vallone del Lauson, dov'è si trova il rifugio. Un'ultima salita e raggiungiamo tranquillamente il Sella. E' primo pomeriggio e non abbiamo assolutamente fretta di entrare al rifugio. Vista la bella giornata ci sediamo fuori su un prato; ci cambiamo gli indumenti sudati e ci togliamo le pedule per far riposare anche i piedi. Dopo aver mangiato ci distendiamo per un pisolo. A dir la verità non ci riusciamo molto in quanto al rifugio sono presenti alcune famiglie e qualche ragazzo che corrono e giocano allegramente. Le ore passano e anche i vari gruppi cominciano a scendere in vallata. Verso le 16 ci presentiamo al rifugio per la consegna della camera. Il rifugio, costituito da due storiche strutture, era in origine una delle case di caccia del re Vittorio Emanuele II. La nostra camera è inserita nella struttura secondaria adibita alle sole camere e bagni. Ci sistemiamo nella camerata dove troviamo diversi letti (ma durante la notte saremo soli) e poi usciamo per fare una camminatina. Dal rifugio ricordiamo (ci siamo saliti nel lontano 1989) che, con una breve salita, è possibile arrivare al lago del Lauson (2656 m) che offre una vista paradisiaca. In questo tratto di percorso non è difficile vedere camosci, stambecchi e marmotte. Dopo alcune foto rientriamo al rifugio in quanto si avvicina l'ora della cena. In realtà arriviamo un pò prima del necessario e, in attesa, ci sediamo fuori ad aspettare e ad osservare il panorama. Il sole comincia a scendere dietro le montagne e le pareti assumono colorazioni molto suggestive. Alle 19 entriamo per la cena. Il rifugio è abbastanza affollato ma i gestori sono molto organizzati. Rimaniamo in sala da pranzo per un paio di ore e al gestore del rifugio chiediamo informazioni inerenti alla salita di domani. Poi ci ritiriamo nella nostra camera. Fa freddo ma sui letti abbiamo a disposizione di piumoni per riscaldarci. Domani mattina è in programma la salita del Col del Lauson a circa 3300 m, ma partendo da 2588 la salita non sarà impegnativa.
tempo di percorrenza: 2 ore e 1/2
dislivello: + 922 - 0
pernottamento: Rifugio Vittorio Sella
Tappa 4 (Rif. Sella 2584 mt --> Col Lauson 3299 mt --> Eaux Rousses 1658 mt)
Oggi il cielo è veramente limpido e la sveglia di buon mattino ci invita ad uscire. Come prima cosa ci rechiamo nella sala comune del rifugio per fare colazione. E' abbastanza ricca il chè è importante per partire con la carica giusta. preparati gli zaini ci incamminiamo. Fuori l'aria è abbastanza fresca e l'abbigliamento che indossiamo ci ripara a sufficienza evitando di sudare troppo. Per le prime ore il percorso sarà in progressiva salita lungo praterie di alta montagna. Ci aspettiamo di incontrare camosci e stambecchi ma al momento non vediamo nulla. Davanti a noi a circa 15 minuti un gruppo di persone che sono partite prima. Attraversiamo luoghi prativi e diversi torrentelli di acqua limpida. Qualche ponticello ci permette di oltrepassarli e di continuare. Raggiungiamo il gruppetto e ci fermiamo per chiedere se anche loro stanno facendo l'Alta Via. E' una famiglia del Belgio ed essendo qui in vacanza pensavano di fare un giro circolare salendo al colle della Rossa e poi scendere verso Cogne. Quindi andranno in direzione opposta alla nostra. Il papà conosce abbastanza la lingua italiana e quindi abbiamo modo di scambiare varie cose. Continuiamo arrivando a d'un grande pianoro dove pensavamo di trovare alcuni animali ma, al momento, vediamo solo delle sagome in controluce di stambecchi immobili su una cresta. Purtroppo veniamo a sapere nei giorni seguenti dalla forestale che i cambiamenti climatici hanno segnato molto questi ambienti. Infatti per le alte temperature estive i camosci e soprattutto si gli stambecchi si sono alzati di quota. Sulla nostra sinistra cominciamo ad individuare il lungo sentiero che si alza verso il Col del Lauson. Seguiamo il sentiero e in mezz'ora raggiungiamo il passo (3296 m). Ci fermiamo per il tempo di guardarci intorno e fare un paio di foto. Dietro a noi ormai ridotta la vista sulla Valnontey mentre davanti il lunghissimo vallone che attraverseremmo per tutta la sua lunghezza. Al passo incontriamo una coppia che ci invitano a salire la cima della Punta del Tuf (3395 m) , solo 100 m di dislivello in più. Ma il percorso che abbiamo davanti è ancora lungo e, pertanto, rinunciamo. Riprendiamo il nostro cammino in discesa. Questo tratto richiederà circa 4/5 ore. Si scende inizialmente seguendo lunghi tornanti poi raggiungiamo un tratto su un grande pianoro. Ci sono innumerevoli piccoli corsi d'acqua che scendono dalle cime che ci circondano. In alto si intravvedono anche alcune cascatelle. Sul sentiero incontriamo alcuni ragazzi che stanno salendo portando a mano le biciclette; è ben visibile la fatica che stanno facendo per spingerle. Ma dove vorranno andare? Arrivati ad un buon punto il sentiero affianca il torrente che ormai a assunto una larghezza di circa un paio di metri. Una zona di prato ci invita a fermarci e a prendere fiato. Ci togliamo le pedule e le calze immergendo i piedi nella fresca acqua. Tutto intorno il silenzio e la pace che solo luoghi come questo possono offrire. Rimaniamo per circa un'ora mangiando qualcosa. Ormai non dovrebbe mancare molto e il luogo è veramente bello. Riprendiamo il cammino e in circa 20 minuti arriviamo all'Alpe di Levionaz. Alto luogo stupendo. Ci sono dei masi con persone dedite ad alcune attività e tra i quali alcune guardie forestai. L'alpe è collocata alla fine del vallone del Levionaz (che scende dal Col del Lauson) ed è in una posizione tale da offrire una veduta sulla Valsavaranche e sulla cresta di confine con la val di Rhemes. Un piccolissimo laghetto ed un piccolo capitello dedicato a Santa Chiara. Scendiamo trasversalmente lungo il costone che scende a valle e poi ci inoltriamo all'interno di un bosco di larici. Sotto di noi qualche scorcio sull'abitato di Eaux Rousses punto di conclusione ufficiale di questa tappa ma non coincidente con la nostra conclusione Lo raggiungiamo verso le 16. Non entriamo nella piccolo borgo ma ci manteniamo all'esterno percorrendo un sentiero che sale e in linea parallela allastrada asfaltata. Dobbiamo arrivare al campeggio Gran Paradiso dove troveremo una collocazione per la notte. Saliamo e ci affianchiamo al torrente tumultuoso. Poi alla conclusione del sentiero il percorso segie la strada asfaltata. Un paio di tornanti che ci richiedono un ulteriore sforzo fisico soprattutto dovuto alla stanchezza, poi l'arrivo alla meta di questa giornata. Alla reception ci presentiamo e il gestore, molto gentile, ci porta alla mini casetta dove dormiremo. E' composta da un'unica stanza con due letti e all'esterno una piccola terrazza con una mini cucina a gas. Ci sistemiamo e ci organizziamo per la doccia alternandoci. Sicuramente non ci faremo da mangiare in quanto scegliamo di cenare dentro il ristorantino del campeggio. Prima di cenare cerchiamo di capire quali saranno le prossime previsioni meteo. Dalle informazioni risulta in arrivo una perturbazioni con piogge. Inoltre sappiamo che per domani al rifugio Marmotte sopra Rhemes non abbiamo trovato disponibilità (considerando che a Cogne avevamo rinviato tutto di un giorno). Quindi che fare? Tentiamo di fare qualche telefonata per cercare un alloggio a Rhemes ma niente. Decidiamo allora, con molto dispiacere, di interrompere il cammino a Rhemes e di rientrare a Verona. Quindi domani ultima tappa e poi ad Aosta prenotiamo una camera in quanto non riusciremo ad arrivare a Verona in serata. Peccato.....ma a fine agosto abbiamo un'altra settimana q , quindi, potremmo riprendere il cammino in quel periodo. Come espresso prima, ci rechiamo per la cena nel ristorantino e cogliamo l'occasione per confermare quando deciso e inviare gli annullamenti per le accoglienze dei giorni che seguiranno (Planava, rif. Deffeyes, La Thuille, ecc). Rimaniamo per una tisana calda e poi ci ritiriamo nel nostro piccolo alloggio.
tempo di percorrenza: 8 ore
dislivello: + 760 (+ 140 per il campeggio) - 1644
pernottamento: Camping Gran Paradiso
Tappa 5 (Eaux Rousses 1658 mt --> Col Entrelor 3002 mt --> Rif. Marmotte --> Rhemes Notre Dame 1722 mt)
Durante la notte non sono riuscito a dormire molto per il pensiero di dover abbandonare il proseguimento del cammino ma, non avendo trovato delle alternative per poter alloggiare la prossima notte lungo il percorso e le non buone previsioni meteo, dobbiamo chiudere con questa giornata ed rinviare ad altri tempi. La colazione pensiamo di farla al bar del campeggio una volta pronti a partire. Siamo tra i primi a svegliarci e sistemate le varie cose ci avviamo al bar. Dopo la colazione parliamo con il gestore dei nostri programmi della giornata e ci offre un passaggio a Eaux Rousses dove siamo passati ieri e dove ritroveremo le indicazioni dell'Alta Via. A nulla valgono le nostre affermazioni tipo "ma non serve abbiamo tempo, la distanza è breve ed in discesa....". Niente da fare e subito da ordine ad un dipendente di prendere l'auto per trasportarci all'attacco del sentiero. Obbediamo visto che non possiamo fare diversamente. Caricati gli zaini nel baule saliamo. In poco più di 5 minuti arriviamo a destinazione dove i segnali indicano la partenza del sentiero. Dopo aver controllato di aver tutto salutiamo e, naturalmente, ringraziamo. Iniziamo a camminare all'interno di un fitto bosco e mano a mano che saliamo di quota la tipologia di piante cambiano passando dai pini e abeti ai larici. Più in alto usciamo dal bosco ed i pascoli verdi si aprono davanti a noi. Raggiungiamo un primo maso in località Orvieille. Si tratta di un'altra ex casa di caccia reale ora utilizzata dall'ente parco come centro per le ricerche. All'interno della palizzata che delimita il centro molte vivaci marmotte che osservano il nostro passaggio. Proseguiamo oltre fino a raggiungere il maso Djouan in piena attività con una famiglia che vi abita e tutto intorno mucche al pascolo. Appena arriviamo ci raggiunge anche una ragazza in divisa di guardia parco. Un breve scambio di saluti e informazioni sulla propria attivtà nel parco. Ci racconta soprattutto della vita nelle varie stagioni degli stambecchi e dei loro continui movimenti tra la valle e le alte cime. Durante le sue uscite in questo luogo riesce a svolgere anche un servizio alla famiglia del maso, portando dalla valle generi alimentari e non solo. In questo momento consegna un pacco di pannoloni necessari alla figlia dei "malgari". Che bella cosa. E' proprio un bel segno di vivere la comunità in montagna. Il tempo passa, salutiamo, e ci avviamo lungo il sentiero che sale trasversalmente lungo i pascoli fioriti. Giù in fondo la testata della valle dove si trova l'ultimo centro abitativo di Pont e dove è allestito il campeggio più alto d'Europa (1952 m). In alto cominciamo a intravedere i ghiacciai con la cima del Gran Paradiso (quota 4060 m . ascensione personale nel 1989). Ora giriamo in un lungo vallone dove costeggiamo alcuni laghetti alpini di un colore azzurro-verde. Sono molto invitanti per un possibile bagno ma di certo la temperatura non assolutamente calda. Comincia a soffiare un vento freddo che, probabilmente, sta anticipando l'arrivo di un tempo meno clemente. Il sentiero ora sale ripido e in unìora £conquistiamo il Col dell'Entrelor (3002 m). Nell'avvicinarci da sotto non avevamo notato la presenza di un guardia parco posizionato sotto una grande roccia. C'è lo troviamo di fronte proprio a due metri dal cippo posto sulla sommità del colle (sulle due Alte Vie della Val d'Aosta i colli sono tutti contrassegnati da cippi piramidali di altezza circa un metro con fissata la tabella indicante nome e altitudine). Ci salutiamo e come sempre, per curiosità personale, chiedo informazioni sulla sua attività. Ci spiega che sta osservando le femmine di stambecchi che si trovano posizionate sulle creste sopra il colle. Questo a confermare che in questa stagione gli stambecchi non sono più così visibili come qualche decennio fa. Anche dal colle una vista strepitosa sulle due vallate: Valsavaranche e val di Rhemes con tutte le cime e ghiacciai in vista. Il forte vento freddo e l'aumento della nuvolosità ci obbliga a scendere velocemente. Appena sotto incontriamo delle staffe e corde che ci aiutano a superare un costone roccioso pi lungo il sentiero con alcuni tornato per giungere al vallone dove incontriamo i vecchi masi del Plan de Feye, dove sostiamo per un po, e poi i masi dell' Entrelor. Lungo il sentiero una piccola marmottina impaurita mi taglia la strada e si infila subito nella tana. Oltre ci immergiamo in un boschetto di larici e alcuni sono a terra, probabilmente abbattuti da una valanga. Poco sotto il rifugio delle Marmotte (2142 m) . Probabilmente ex maso ora il rifugio è gestito dai volontari dell'associazione OMG, Operazione Mato grosso. Era quì che dovevamo alloggiare stanotte ma non abbiamo trovato posto. Ci fermiamo per una bella sosta acquistando una bibita fresca. Controlliamo l'orario in quanto dobbiamo scendere in tempo per prendere il bus che ci porterà ad Aosta. C'è tempo ma è meglio ripartire. Il sentiero che scende in vallata e molto tranquillo e durante la percorrenza incontriamo diverse famiglie che salgono al rifugio. Tra queste sicuramente qualcuna avrà prenotato l'alloggio per la sera. Dopo gli alpeggi il sentiero continua nel bosco. Vediamo sotto la vallata di Rhemes e l'abitato capoluogo Rhemes Notre Dame che raggiungiamo in poco più di 40 minuti. Nel piccolo centro ad una fontana ci rinfreschiamo e ci cambiamo gli indumenti. Vicino una piccola mostra di pittura che visitiamo aspettando il bus. Arrivato il bus saliamo e ci dirigiamo verso il capoluogo valdostano. Alla stazione ferroviaria di Aosta, capolinea del bus prendiamo un taxi (prima esperienza assoluta) per salire in località Charvensod dove è situata la Locanda da Mami che per la sera troviamo nella stessa struttura l'alloggio per la notte e un'ottimo ristorante/pizzeria. Quindi anche per oggi siamo apposto.....anche se in un luogo diverso dalla nostra iniziale programmazione. al mattino dopo con il bus urbano scendiamo alla stazione ferroviaria per prendere il treno di rientro a Verona. Arriviamo verso il primo pomeriggio. Tirando le somme possiamo affermare che è stata una bella esperienza, nella quale non sono mancati i superlativi panorami e i bellissimi incontri con le persone. Non vorremo dimenticare nulla di tutto ciò e i ricordi ci serviranno a riprogrammare sicuramente la continuazione per le altre tappe che, al momento sono solo rinviate. Come dicono gli inglesi…" to be continued".
tempo di percorrenza: 6 ore
dislivello: + 1325 - 1281
pernottamento: Locanda da Mami (Aosta)