Descrizione
Nel 1989 insieme all'amico Renzo, nonché compagno di montagna, ci eravamo posti come obiettivo estivo la salita ad un quattromila. Durante l'inverno e la primavera abbiamo intrapreso attività di allenamento varie per poter garantirci la riuscita di questa mini impresa.
La pianificazione di una vacanza in Val d'Aosta con amici (il sottoscritto con Antonella, Renzo, Andrea e Katiuscia) ci ha dato la possibilità di inserire nel programma la salita alla cima del Gran Paradiso (4060 m).
In breve il programma era strutturato con il primo giorno per la salita al rifugio Vittorio Emanuele II (2732 m) da Pont (1960 m) in Valsavarenche. Pernottamento in rifugio, quindi il giorno seguente era prevista la salita alla cima. Il periodo scelto quello di agosto.
Come sono andate le cose nella pratica…
Da Pont in Valsavaranche dove al campeggio avevamo installate le nostre tende e parcheggiate le auto siamo saliti al rifugio. Il pomeriggio è trascorso in tranquillità nelle vicinanze. Occasione per innumerevoli foto al panorama sul Ciarforon (3642 m) e la Becca di Monciair (3544 m), il laghetto adiacente. Oltre il rifugio verso il ghiacciaio incontri molteplici con i stambecchi. Ci siamo avventurati anche oltre le morene per verificare il percorso del mattino dopo.
Alla sera dopo la cena ci siamo accordati sul materiale da trasportare negli zaini compresi i viveri. Abbiamo chiesto anche informazioni e dettagli al gestore del rifugio che è rimasto sconvolto per la nostra decisione di una partenza molto mattiniera (03.00) in quanto per la propria esperienza bastava partire anche un'ora dopo, come del resto facevano tutti. Naturalmente la colazione non poteva essere fatta in rifugio. Quindi il mattino seguente dopo sveglia alle ore 02.30, con Renzo e Andrea abbiamo riverificato le ultime cose capendo se eravamo pronti e motivati per intraprendere l'itinerario. Una volta chiarito questo partiamo salutando le ragazze ancora a letto.
La prima parte del percorso consisteva nel lungo avvicinamento al ghiacciaio con percorso in mezzo a blocchi di granito e oltre su terreno morenico. Appena lasciati il rifugio ci accorgiamo che davanti a noi c'erano innumerevoli piccoli lici. Ma il gestore non aveva affermato che tutti partivano più tardi!!! Appena mezz'ora di cammino e avevamo risolto il mistero appurando che le piccole luci non erano altro che gli occhi degli stambecchi che riflettevano la luce della luna. Che spettacolo. Si confermava pertanto che eravamo proprio i primi a salite.
Arrivati al ghiacciaio la sosta per poterci attrezzare con ramponi e picozza per il proseguimento fino alla vetta. Qui la sorpresa in quanto Andrea, per motivi ancora non chiariti (forse stanchezza, forse freddo o forse paura di procedere su ghiaccio), decise di non proseguire e ritornare al rifugio. La cosa ci ha lasciati un po' attoniti in quanto ne avevamo parlato più volte, ma con Renzo abbiamo rispettato la decisione e. mentre Andrea rientrava, noi cominciammo la salita.
Ricordo perfettamente la salita in una notte stellata fantastica. Neve molto dura, ben solida e traccia del percorso molto evidente. Non abbiamo incontrato particolari problemi tranne la lentezza nel procedere, dovuta all'altitudine oltre i 3500 con l'aria più rarefatta. Il percorso non prevedeva nessun tipo di passaggio tecnico e dopo aver superato la schiena d'asino si apriva la vista su tutta la parte terminale del ghiacciaio con la cima davanti a noi. Abbiamo impiegato circa 5 ore per concludere l'ascesa raggiungendo la cima in una mattina molto limpida. Dalla cima lo spettacolo a 360° su tutta la Val d'Aosta e non solo. Ben visibili tutte le principali vette tra le quali il Monte Bianco, il Cervino e il gruppo del Monte Rosa.
Pe indicazioni sulla salita dal rifugio Vittorio Emanuele vedere il link sotto.
Durante la stessa settimana un'altra coppia di amici, Claudio e Sara, ci ha raggiunto e con essi abbiamo organizzato un uscita di due giorni. Da Cogne, località Valnontey (1682 m - parcheggio auto), siamo saliti al rifugio Vittorio Sella (2584 m) dove abbiamo pernottato la notte. Al mattino presto, ma olto presto (circa le 05.00 !!) siamo risaliti al laghetti del Lauson (2655 m) quindi sentiero per i Casolari dell'Herbet (2443 m) quindi rientro in Valnontey.